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Catania, incendio devasta Oasi del Simeto Legambiente: “Danni gravi a flora e fauna”

L'accusa degli ambientalisti: "Le fiamme sono certamente doloseLa Regione e il Comune sono incapaci di gestire l'area protetta"

Di Fabio Russello |

Un incendio di probabile natura dolosa si è sviluppato nella riserva naturale “Oasi del Simeto” provocando gravissimi danni all’ambiente. La denuncia arriva da Legambiente che ha spiegato come l’incendio di ieri che interessa l’area protetta sia certamente il più distruttivo.

L’aspetto più grave – spiegano gli ambientalisti è rappresentato, oltre alla distruzione di centinaia di ettari di canneti e zone umide, dal massacro di migliaia di animali con danni enormi a popolazioni di specie di estremo interesse ai fini della conservazione. Il disastro non è solo limitato al patrimonio naturalistico siciliano.

Infatti, la morte di esemplari appartenenti a specie migratrici dell’avifauna costituisce una calamità di rilievo europeo o intercontinentale. Per la tutela di specie di interesse internazionale lo Stato Italiano si è impegnato a livello europeo ma tale impegno, evidentemente, non è rispettato. Va ricordato che la riserva naturale è stata individuata anche quale Zona di Protezione Speciale e Sito di Importanza Comunitaria ai sensi delle Direttive Europee “Uccelli” e “Habitat”.

LA POLIZIA SALVA UN BIMBO

Legambiente accusa: “Appare sin troppo evidente che la Regione, la Città Metropolitana di Catania (ente gestore della riserva) e il Comune di Catania siano incapaci di tutelare questa importantissima area protetta. In un paese civile ci attenderemmo immediati provvedimenti o le dimissioni dei responsabili della tutela e della gestione ma nel nostro contesto è invece molto probabile che questo incendio distruttivo passi inosservato”.

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La Regione Siciliana ha istituito nel 1984 la riserva naturale ma, di fatto, non ha mai svolto il ruolo fondamentale di controllo e di indirizzo. Relativamente all’Ente gestore della riserva, Legambiente chiede da tempo la revoca dell’affidamento per inadeguatezza. Il Comune di Catania, da quasi 30 anni, è incapace di redigere il piano di utilizzo, evidentemente perché non intende affrontare il problema dell’abusivismo edilizio, vero cancro dell’area protetta. Legambiente – con il presidente della sezione di Catania Renato De Pietro – ha annunciato che chiederà alla Regione di indire nel più breve tempo possibile un’apposita riunione con Città Metropolitana e Comune e inviterà il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ad adottare interventi sostitutivi affinché vengano tutelati, non solo sulla carta, gli ambienti naturali per i quali lo Stato si è impegnato nei confronti dell’Unione Europea.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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