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Preapertura caccia in Sicilia

Di Carmela Marino |

PALERMO – Da domani e fino alla terza domenica di settembre in Sicilia le doppiette potranno cominciare a sparare: parte, infatti, la «preapertura» della caccia per 5 giorni fissi: 1, 3 e 4 settembre per la tortora; 1, 3, 4, 10 e 11 settembre per il colombaccio. Divieto di caccia in tutti gli altri giorni e per le altre specie, compreso il coniglio: la violazione dei limiti prevede l’arresto fino ad un anno o l’ammenda fino a 2.582 euro; la legge, inoltre, prevede che per i trasgressori il questore disponga la sospensione del porto di fucile da caccia fino a tre anni. Nel periodo della preapertura è consentita solo la caccia «da appostamento”: il cacciatore non potrà andare in giro per la campagna alla ricerca della fauna ma dovrà star fermo e nascondersi dietro un capanno, in attesa del passaggio della selvaggina.

«E’ la prima volta che questo tipo di limitazioni – spiega il Wwf Sicilia centrale – sono applicate nell’Isola, per scelta dell’assessore Antonello Cracolici cui va riconosciuto il merito di aver iniziato a gestire la materia con una maggiore autonomia dell’amministrazione regionale, prima appiattita sui desiderata del mondo venatorio. La preapertura così ristretta aveva lo scopo di evitare che il calendario venatorio si ponesse in aperto e palese contrasto con i principi delle direttive comunitarie. Ma ciò non basta in quanto la caccia ai primi di settembre resta comunque di gravissimo danno e impatto per gli animali selvatici: si comincia a sparare quando sono presenti ancora specie protette migratrici. La caccia anticipata alla tortora, poi, è ingiustificata poiché rientra nelle categorie Spec (Species of European Conservation Concern) di livello 3». Il Wwf aveva chiesto alla Regione di attuare scelte virtuose orientate alla protezione della natura e della fauna selvatica. “Appello inascoltato – aggiunge la nota – visto che, nel pieno rispetto dei ‘limiti di carnierè legalmente stabiliti dalla Regione, in ognuno dei 5 giorni di preapertura al colombaccio, per esempio, sarà possibile ucciderne fino a 510 mila esemplari (15 al giorno per ognuno dei 34 mila cacciatori siciliani), ovvero 2.550.000 nelle due settimane di preapertura».

«Nel pieno di una devastante stagione di incendi dolosi (la Sicilia è la regione italiana più colpita dall’inizio dell’anno con 10.258 incendi) in particolare le province di Caltanissetta ed Enna – dice Ennio Bonfanti, presidente del Wwf Sicilia centrale e rappresentante del Wwf Italia nel Comitato regionale faunistico-venatorio – questa preapertura rischia di essere un duro colpo per la fauna già stremata dal fuoco».

«All’Assemblea regionale siciliana un disegno di legge, all’ordine del giorno alla ripresa dei lavori d’aula, prevede – conclude Bonfanti – un’incredibile colpo di spugna sulle sanzioni (già blande) per chi non rispetta le regole. Come se non bastasse, si prevede la caccia tutto l’anno nei ‘quagliodromì dove si potrà sparare qualsiasi specie animale riprodotta in allevamento e appositamente liberata in campo; la caccia nei demani forestali, attualmente vietata; la liberalizzazione dell’elenco delle specie cacciabili (anche specie non presenti in Sicilia come cervi, starne, caprioli) e dei periodi di caccia. Una legge “calibro 12”, insomma che il Wwf contrasterà in ogni sede».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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