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Squali: l’allarme corre sui social Sempre più frequenti gli avvistamenti

Di Vittorio Romano |

Catania  – Qualche avvistamento di squalo al largo delle nostre coste e, in qualche caso, anche a ridosso, ha scatenato nelle ultime settimane sui social degli allarmi causati da una eccessiva apprensione tra i bagnanti. Qualcuno ha postato addirittura fotografie di squali catturati, uccisi e messi in bella mostra a bordo di imbarcazioni da diporto. «Mi preoccuperebbe molto di più non avvistarli piuttosto che imbattermi in qualche esemplare come sta succedendo – dice Sebastiano Mazzarino, guida subacquea professionista e guida naturalistica – .

Innanzitutto vorrei ricordare che sono circa 100 milioni gli squali che, ogni anno, vengono uccisi dall’uomo nei modi più disparati e crudeli, “shark finning” in testa. Si tratta di uno sterminio che sta portando molte specie all’estinzione. La loro scomparsa determinerebbe un’inevitabile rottura dei delicati equilibri del mondo sommerso, con conseguenze difficilmente pronosticabili sull’intero sistema, compreso quello umano. L’allarme è stato lanciato anche dall’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn). E dire invece che agli squali l’uomo non interessa, lo vedono come qualcosa di strano che, di tanto in tanto, si affaccia sul loro mondo per depredarlo e sfruttarlo a proprio piacimento».

Quali sono le zone costiere potenzialmente preferite dagli squali?Quelle con acque torbide e prossime a scarichi fognari, foci di fiumi, zone di pesca o dove sono presenti allevamenti ittici. Il bagno di notte ha il suo fascino ma è anche vero che molte specie sono più attive di notte. Alcuni avvistamenti sono avvenuti in prossimità della costa poiché, a causa della pesca intensiva e quindi con l’impoverimento dei nostri mari, a volte sono costretti a  cercare cibo più sotto costa. Qui si avvicinano anche seguendo i pescherecci che rientrano in porto e gettano in acqua gli scarti. Chi dovesse avere il piacere di incontrarli durante un’immersione con autorespiratore, sa quali azioni mettere in pratica perché vengono spiegate durante i corsi. Pertanto, nella maggior parte dei casi, ci si gode lo spettacolo».

Cosa fare allora in caso di avvistamento?«La prima azione, se ci troviamo in prossimità della battigia o dell’imbarcazione, è quella di uscire, con calma, evitando il panico, perché le eccessive vibrazioni in acqua sarebbero interpretate come azioni ostili e potrebbero spingere lo squalo ad attaccare. Una volta fuori, bisogna avvisare gli altri bagnanti e le autorità competenti. Per il resto si deve attendere fiduciosi il suo allontanamento. Se dovessimo trovarci al largo senza barca di appoggio, nuotare in maniera fluida e calma cercando di recuperare riva quanto prima».

Quali sono i segnali che potrebbero far presagire un possibile attacco da parte di uno squalo?«I cambi di direzione rapidi e improvvisi, la posizione della schiena incurvata o arcuata, la pinna dorsale che si abbassa; o ancora, se inizia a nuotare in senso circolare formando cerchi sempre più stretti, se compie movimenti improvvisi e irregolari».

Quali sono gli squali presenti nel Mediterraneo?«Nel mondo esistono circa 500 specie diverse. Nel Mediterraneo ne sono presenti circa 50, compreso lo squalo bianco. Tra le specie più comuni, la verdesca o squalo azzurro, il Mako, lo squalo volpe, lo spinarolo, palombi, il tigre della sabbia e il cetorino o squalo elefante, secondo pesce più grande del mondo dopo lo squalo balena». Mazzarino lancia un appello a favore delle meduse. «Sono tra i primi organismi multicellulari che hanno popolato il nostro pianeta e il loro ruolo ecologico è molto importante. Hanno infatti una funzione di “filtro” dei mari, partecipano alla biodiversità e contribuiscono a bilanciare le catene alimentari. Fastidiose quanto volete, ma utili, anzi, indispensabili. Motivi che ci dovrebbero far riflettere prima di toglierle dal mare e seppellirle sotto la sabbia».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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