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Camilleri, compleanno con la fiaba del pulcino “Topiopì”

Di Giorgio Romeo |

Nenè, il protagonista, è infatti il suo alter ego, un bambino che frequenta la scuola elementare e trascorre l’estate dai nonni. Incantato dalla vita rurale, la natura e gli alberi da frutto, egli ama svegliarsi all’alba per accompagnare Rosalia a dare da mangiare agli animali.

«Non appena mettevamo piede nel baglio – scrive Camilleri nel racconto – venivamo accolti da un’assordante coro di nitriti, ragli, coccodè, chicchirichì e belati». I suoni onomatopeici dei versi degli animali sono una costante e il titolo del racconto, “Topiopì”, non esula da questa regola, anche se la sua origine sarà spiegata solamente alla fine.

Il racconto, dal canto suo, è la storia d’amicizia tra Nenè e il pulcino Piopì il quale, a differenza dei suoi fratelli che affollano una cesta con il loro insistente pigolio, resta in disparte silenzioso. «In quel momento – continua il racconto – il pulcino solitario si voltò, mi vide, zampettò verso di me e quando mi fu vicinissimo mi guardò e fece: Piopì. Forse si era presentato?». Ottenuto dalla nonna il permesso di tenerlo, Nenè, lo porterà con sé ovunque e i due diverranno inseparabili. Un giorno, tuttavia, si verificherà un brutto incidente che priverà lo sfortunato pulcino di una zampa. «Non osavo né guardare né toccare la zampetta ferita – dice Nenè nel libro -. Mille pensieri mi passavano per la testa. Come avrebbe fatto ora a seguirmi? E come avrei fatto io senza il mio Piopì? Arrivai a pensare che forse se mi fossi tagliato una gamba…».

Quella che Camilleri racconta è una storia d’amore verso il prossimo. Nené, salvando il pulcino due volte – dalla solitudine la prima e dall’incidente la seconda – impara che il valore dell’amicizia sta anche nel sapersi prendere cura degli altri, di coloro cui vogliamo bene. Un messaggio che arriva dritto al cuore dei bambini, ma anche degli adulti, che si trovano a sfogliare con piacere il volume ricco di colori.

“Topiopì” (del quale è stata pubblicata una prima versione nel 2006 all’interno di “Burkina-Tanzania. Attraverso l’obiettivo”, a cura di Paolo Panti) rappresenta una nuova collaborazione tra il maestro di Porto Empedocle e Giulia Orecchia.

In passato, infatti, l’artista milanese aveva lavorato a una versione illustrata di “Magarìa” (Mondadori, 2013), una favola balzata in cima alle classifiche dei libri per ragazzi più venduti.

«Ilustrare un testo di Camilleri – spiegava in quell’occasione – per me è stato un onore: è uno degli autori che più amo, come lettrice perché lavorare su un testo letterario è come fare un viaggio nell’immaginario di un’altra persona». Particolarmente prolifica, Giulia Orecchia ha illustrato storie, poesie e copertine per oltre centocinquanta libri e ha vinto numerosi riconoscimenti, tra cui tre premi “Andersen”, e questa collaborazione non può che rappresentare il fiore all’occhiello nella sua carriera.

Compie proprio oggi 91 anni lo scrittore di Porto Empedocle, “papà” del Commissario Montalbano, prolifico e amatissimo autore. “Regalo” di compleanno la pubblicazione di “Topiopì”, la fiaba per ragazzi illustrata da Giulia Orecchia ed edita da Mondadori. In questi giorni su Rai1 vanno in onda i corti sui ritratti femminili tratti dal romanzo “Donne”

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