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La puzza dei rifiuti siciliani arriva a Roma: nuova emergenza alle porte

Di Giuseppe Bianca |

Divergenze sulla rilevazione a parte, al governo regionale rimane poco margine di manovra. O si procede ad aumentare il tempo di bio-stabilizzazione dei rifiuti, rientrando così nei parametri richiesti, o si decide di diminuire la quantità dei conferimenti. Il governo nazionale confermerà a questo punto l’intesa o la farà decadere? La nomina di un commissario potrebbe essere la mossa successiva. In una una situazione analoga a questa gli interventi non potrebbero essere molto diversi da quelli fin qui adottati. Va ricordato tra le altre cose che oggi il piano rifiuti permetterebbe la conversione di centrali termoelettriche e cementerie, nel nuovo piano questa condizione potrebbe non esserci più. La sensazione è che da Roma stiano venendo meno le condizioni per confermare la premessa che ha dato vita all’accordo. Evidentemente questo passerà anche dall’incontro del prossimo nove settembre tra i relativi rappresentanti dell’esecutivo regionale e nazionale che si preannuncia infuocato.

Maurizio Pirillo, dirigente generale del dipartimento, in ogni caso pone una serie di riflessioni: “Pensare di recuperare in tre mesi quello che non si è fatto in dodici anni mi sembra impossibile. Io 12 anni fa in questo dipartimento non c’ero, ma il ministero conosce il tenore delle difficoltà, delle emergenze e delle ordinanze. Anziché discutere del problema igienico-sanitario sul territorio siciliano parliamo degli indici respirometrici. Nelle vasche ci sono milioni di rifiuti non stabilizzati dei periodi precedenti che producono percolato. Se in una bottiglia di acqua inquinata mettiamo dell’acqua meno inquinata non si rende di certo pulita l’acqua che c’è già nella bottiglia. La risultanza dell’indice respirometrico è un problema di odori e di produzione di percolato. Oggi Bellolampo ha avviato la biostabilizzazione. Non possiamo sanare il passato. Questo credo sia evidente. Chi si assume adesso la responsabilità di lasciare i rifiuti per strada?”

Pirillo aggiunge: “L’ordinanza con cui stiamo procedendo per via ordinaria ci ha dato alcuni poteri con cui abbiamo fatto il possibile. Oggi tutti i rifiuti che vanno in discarica hanno un processo di biostabilizzazione. Non era così prima del sei giugno. Possiamo discutere della dottrina, ma non vorrei che si andasse in cerca di alibi e di capri espiatori”.

Adesso al di là dei fatti tecnici e dei dati oggettivi dei parametri in discussione, la questione torna ad essere politica e passa da un faccia a faccia romano a cui Crocetta non può sottrarsi. Il timore che si riproponga lo scenario da incubo dei mesi scorsi si profila all’orizzonte.

Il dirigente.

Maurizio Pirillo, dirigente generale del Dipartimento della Regione che si occupa dei rifiuti.

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