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Catania, la neomelodica truffava sul reddito di cittadinanza

Di Carmen Greco |

Anche i neomelodici piangono. E questo si sa. Ma poi si riprendono e sanno benissimo come sbarcare il lunario, magari facendosi mantenere da quello stesso Stato contro il quale si scagliano nelle loro canzoni.

È il caso di Agata Arena, ministar del settore e componente di una famiglia che a Librino ha fatto il bello e cattivo tempo nel settore della compravendita di stupefacenti. Agata – che a “Quartiere Librino” ha dedicato una sua hit – percepiva illegalmente il reddito di cittadinanza.

Lo hanno scoperto gli agenti del commissariato del quartiere i quali hanno denunciato a piede libero lei ed altri due componenti della sua famiglia, per il reato di “truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche” (leggasi il reddito di cittadinanza).

Tutto è nato dai manifesti che pubblicizzavano “il primo lavoro discografico” di Agata Arena. Manifesti che gli agenti hanno notato affissi abusivamente all’interno di un immobile – di proprietà del Comune di Catania – nel quale la stessa Arena e due suoi familiari avevano messo su un minimarket completamente abusivo e, ovviamente, senza agibilità e a canone gratuito. Già basterebbe questo quadro a far capire il livello di assoluta illegalità che regna a Catania.

Ma andiamo avanti. Durante il controllo i poliziotti hanno scoperto che tutti e tre i componenti dello stesso nucleo familiare avevano dichiarato falsamente all’Inps di essere disoccupati cosa che aveva fatto ottenere alla Arena il sussidio del reddito di cittadinanza, vale a dire 709,99 euro al mese per 18 mesi (corresponsione partita nel luglio scorso).

La stessa Arena è assegnataria di una casa popolare nel comune di Belpasso, ma risulta domiciliata a Catania, al viale San Teodoro, area storicamente di pertinenza della sua “famiglia”.

A cosa serviva il reddito di cittadinanza percepito ingiustamente a danno di chi ne avrebbe bisogno davvero? A pubblicare il nuovo album di Agata Arena, ovviamente, sul quale ha già investito con una cifra di 3.000 euro. Per completare la track list (finora sono stati pubblicati solo 4 brani dalla Sea Musica) servivano altri soldi e quindi serviva il bancomat di Stato per completare l’opera.

Forse, però, l’album “Quartiere Librino 2” non vedrà la luce con buona pace dei fan di Agata Arena che dovrà restituire le due mensilità già incassate dopo la segnalazione della polizia all’Inps. Non solo non riceverà più il reddito di cittadinanza ma dovrà restituire 1.419,98 euro e rinunciare agli altri 11.359,84, che avrebbe potuto percepire. 

La questura sta valutando anche la possibilità di emettere a carico dei tre denunciati, ulteriori provvedimenti.            

Ecco il video pubblicato su Youtube dalla Sea Musica tre giorni fa con l’ultimo disco inciso dalla cantante neomelodica.

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