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Il patron della Virgin in bicicletta con i figli dalle Alpi all’Etna

Di Paola Mentuccia |

ROMA – L’impero Virgin non è tutto per Richard Branson. Dal 1970, quando in seminterrato di Notting Hill, a Londra, nasceva la società il cui business oggi spazia dal trasporto aereo all’hotellerie, dalla telefonia alla musica, ha fatto molta strada. E non solo in senso figurato. L’imprenditore tra i più importanti al mondo, che deve la sua fortuna al clamoroso successo dell’album «Tubular bells» di Mike Oldfield nel ’73, sta scalando monti e colline d’Italia, da Nord a Sud, per un progetto benefico ideato dai suoi figli.

  «Holly e Sam – ha raccontato – sono venuti da me con questa idea: volevano vedere se le persone e loro stessi si sarebbero spinti oltre limite per una causa importante. Da allora, ogni due anni, proviamo a organizzare un gruppo di persone e a metterle di fronte ad una sfida estrema». Nasce così il progetto «Big change», con cui Branson e figli sostengono modi alternativi di aiutare i ragazzi nella formazione a un futuro degno del loro talento. «È un’iniziativa che io, mio fratello Sam e un gruppo di amici abbiamo messo su per raccogliere fondi e aiutare i bambini a crescere e a prepararsi al domani non solo attraverso gli esami – ha spiegato Holly Branson – ma facendo da incubatori delle loro idee brillanti e fornendo loro una serie di contatti. Quest’anno sosteniamo un programma che supporta gli insegnanti e gli studenti delle scuole a costruire la loro intelligenza emotiva, la resilienza e la capacità di gestire i conflitti».

  Nell’ambito del progetto «Big change», quest’anno Richard Branson, insieme con la sua famiglia e con un gruppo di 250 persone, è impegnato nella Virgin STRIVE Challenge 2016: ha scalato le montagne tra la Svizzera e l’Italia in bicicletta, percorrendo oltre 100 miglia al giorno e, nei prossimi giorni, raggiungerà il Sud dell’Italia, nuoterà fino alla Sicilia e poi correrà in una maratona fino alla cima del Monte Etna. Circa duemila chilometri in un solo mese, il doppio rispetto all’ultima sfida intrapresa nel 2014, che ha raccolto oltre 750 mila sterline.

«Siamo esattamente a metà strada», ha detto durante la tappa a Frascati, nei Castelli Romani. «Siamo stati in Toscana fino a ieri, non stiamo attraversando le città perché stiamo passando sulle montagne». «Le persone sono esauste e distrutte – ha raccontato poi Branson – la scorsa notte c’è stato un grande temporale, c’erano molti fulmini lungo la strada e molte inondazioni. Ci hanno detto che oggi non avremmo potuto pedalare e invece di essere tristi siamo stati molto sollevati».

Per il fondatore del colosso discografico britannico, Virgin STRIVE Challenge 2016 «è un’impresa estrema ma bellissima». «Per ora il 90% del gruppo è ancora in pista e tutto sta andando bene», ha detto fiducioso. Una piccola abrasione sulla fronte, cerotti ai piedi: Richard Branson non si perde d’animo ed è convinto di farcela. La condivisione di questa nuova avventura con i suoi figli lo entusiasma: «Sarà bello raccogliere una grande somma di denaro per una causa benefica con mia famiglia», ha detto.

A partecipare alla sfida, non sono soltanto i suoi ragazzi ma tutti i suoi cari. «Ci piace pensare che siamo come una famiglia italiana perché siamo molto stretti, – ha spiegato – in questo viaggio c’è anche mia madre, ci sono io che ho 63 anni , i miei figli che sono trentenni, ci sono anche dei nipoti, una mamma incinta. È come essere un gruppo rock di quattro generazioni che viaggiano lungo tutta l’Italia».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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