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Prova

Titolo di test per una prova

Alfredo Zermo

26 Settembre 2025, 15:42

Titolo di test per una prova

Giorgia Meloni torna ad Ancona insieme ai suoi alleati di governo. Tutti insieme dopo quasi un anno sullo stesso palco. I leader del centrodestra si schierano al completo per Francesco Acquaroli, il governatore marchigiano che punta al bis il 28 e 29 settembre, primo test elettorale delle sette regioni al voto autunnale. E da lì strappano applausi sulla giustizia, che rivendicano alla vigilia del terzo voto sulla riforma costituzionale. Ma è soprattutto l’odio politico che scalda la premier. Certa di parlare a ragion veduta, dice: «Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola». E alla leader del Pd che le aveva chiesto di andare in Aula per elencare gli attacchi subiti dal centrodestra, ribatte chiamandola per nome: «Guarda Elly, se vuoi che te li faccio ci mettiamo mezza giornata».

Schlein quasi in contemporanea è a 80 km di distanza, anche lei nelle Marche. Venuta a Pesaro per tirare la volata a Matteo Ricci, lo sfidante di Acquaroli per il «campo largo». E replica all’avversaria di destra attaccandola sul salario minimo, glissando sul resto. Andiamo a vincere nelle Marche uniti, evviva l’Italia antifascista». «Ci vuole del coraggio a non fare il salario minimo con 4 milioni di persone in difficoltà. Meloni si vergogni». Dunque garantisce: «La batteremo alle prossime elezioni e la prima cosa che faremo sarà il salario minimo perché sotto i 9 euro è sfruttamento». E al vicepremier Antonio Tajani che la considera «una misura stalinista», contrattacca: "Bisogna dirgli che in Germania lo ha approvato la Merkel che è nel suo partito» in Europa. Botta e risposta anche tra Meloni e Giuseppe Conte. Per la premier il «Conte Mascetti sarebbe fiero" del leader dei 5 stelle, che le risponde a tono: «Giorgia, di te sarebbe fiera Vanna Marchi».

Di certo a destra nessuno spiraglio di apertura sul salario minimo: «Ci vuole un salario giusto», ribadisce secco Maurizio Lupi dei Moderati che sale sul palco preceduto dall’altro civico, Antonio De Poli dell’Udc. E tanto meno sul reddito di cittadinanza: qui l’impegno è a non ripristinarlo. La battaglia è invece per la difesa del ceto medio cavalcata da sempre da Forza Italia e ribadita al microfono da Antonio Tajani: il segretario azzurro assicura che «è la priorità di tutti noi». Salvini che, con la Lega, invece scommette di più sulla tasse sugli extraprofitti delle banche, non si espone troppo. Preferisce tornare col pensiero a mercoledì scorso quando è stato ucciso Charlie Kirk negli Usa: per l’influencer conservatore chiede alla gente di Ancona un minuto di silenzio. E chiosa: «Voglio chiudere con un applauso per tutte le vittime del sangue, della rabbia, dell’odio e della cattiveria nel mondo». Meloni non cita Kirk ma sull'odio non si sottrae. Parte citando l’ultimo caso di violenza politica della giornata: «Oggi un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, ha detto alla capogruppo di FdI: 'Vi abbiamo appeso a testa in giù già una voltà». Quindi ammonisce: «Calmiamoci, riportiamo un dibattito dove deve stare». Toni altrettanto netti anche sul Medioriente, forse più di quelli che si sono sentiti dal governo nelle assemblee internazionali. In particolare, è sull'occupazione di Gaza city in corso da parte degli tank israeliani che la voce della premier si alza: «La reazione di Israele è decisamente sproporzionata, un quadro che non può che peggiorare con l'occupazione di Gaza City, una scelta che l’Italia non può condividere».

«Noi non c'entriamo niente con il genocidio e con quello che sta succedendo a Gaza, non abbiamo alcuna responsabilità», le parole di Tajani. «Noi stiamo difendendo il diritto del popolo palestinese ad avere uno stato, non siamo complici di alcun genocidio e siamo persone per bene che lavorano per la pace. Certamente non siamo alleati con Hamas che invece è corresponsabile con quanto succede a Gaza». Ma Schlein rilancia: "bisogna fermare i crimini di Netanyahu. Pieno supporto alla Global Sumud Flotilla».