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Quella danza della pioggia della sindaca “perdonata” «Vado avanti, io non mollo»

Di Mario Barresi |

Palermo – Peccato. Davvero un peccato, quella nuvola fantozziana che si posiziona sul Foro Italico poco prima la sindaca parli e che, dispettosa, si allontana proprio quando lei – Virginia Raggi – conclude. Con la voce rotta da stress ed emozione: «No, io non mollo, ma non mollate neanche voi».

Un peccato, perché se non ci fosse stata quella pioggia ad annacquare gli entusiasmi sotto il palco, si sarebbe potuta misurare la giusta distanza. Fra il sogno di una Capitale liberata e la realtà di un Campidoglio in preda a caos e veleni.

Il M5s, ufficialmente, fa quadrato attorno alla sindaca di Roma. Perdonata. Ma né promossa né bocciata. Rimandata. Anche perché nella «seconda fase» lanciata da Beppe Grillo «l’elevato» il caos di Roma non va subìto. Ma gestito. E sono in molti a pensare che, oltre alla litigiosità di un direttorio con troppi galletti, la ragione del nuovo Grillo Tornante sia proprio il flop romano. Ma questa rivoluzione del M5s l’ha innescata anche un po’ lei? «Bah», ci risponde – enigmatica – Raggi.

La sindaca arriva a Palermo in mattinata. Alle 10,40 è dentro il quartier generale all’hotel “Posta”. La aspetta Grillo, assieme a Davide Casaleggio e ai guru del movimento. Per un vertice, durato più di un’ora e mezza. Com’è andata? «Bene, benissimo», rassicura lei. Si è consultata con Grillo sui cambi in giunta? «Io mi sono confrontata con gli assessori e i miei consiglieri», ribatte gelida annunciando che il nome del nuovo assessore al Bilancio «ve lo dirò presto».

Raggi appare al Foro Italico alle 13,45. Jeans, maglia viola e sneaker. Un quarto d’ora fra i gazebo: incitata dagli attivisti che insultano e spintonano i giornalisti. Annullato il punto stampa previsto. «Virginia parla solo sul palco». Nel backstage passa molto tempo a scrivere il discorso su un taccuino rosa. Prende appunti e parla al telefono. Poi si confronta con la collega Ida Carmina. Si scambiano idee e consigli. «Ma li avete pure voi precari?», chiede alla sindaca di Porto Empedocle.

Poi arriva il momento della verità. Virginia davanti al popolo grillino. Che la acclama. Ma, nella gara dell’applausometro a distanza, stravince Chiara Appendino.

Una danza della pioggia, scandita dagli appunti. Con molti sorrisi e pochi sussulti. «Dobbiamo ringraziare Beppe e Gianroberto», dice. E anche «gli attivisti, in questo momento in cui tutti vogliono metterci il bastone tra le ruote». C’è lo “scalpo” da mostrare, con un ghigno orgoglioso, al popolo grillino: «Quando abbiamo detto no alle olimpiadi hanno tremato. Ma se hanno tremato per il no alle olimpiadi con il No al referendum vedranno la loro fine». Scatta coro d’ordinanza: «Onestà, onestà». Un ironico attivista palermitano, sotto l’ombrello, azzarda: «Forse sarebbe meglio dire “umidità, umidità”».

Onestà. «Una parola che li spaventa ma noi non abbiamo paura di spaventarli, anzi è il nostro obiettivo», scandisce Raggi. «Noi facciamo paura, perché abbiamo le mani libere», afferma. «Da quando siamo entrati a Roma non fanno altro che attaccarci, e Renzi è il primo ad attaccarci, lui che è socio di Montezemolo, Malagò, Berlusconi e Verdini». Poi, da femmina ferita, sbotta: «Ora mi attaccano anche per le mie orecchie!». Grillo, poco dopo, dirà degli «articoli meravigliosi sulla Raggi che ha i peli sulle gambe e sulle ascelle, e che non si depila».

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«Noi siamo con te», le gridano dalle prime file. «E io sono con voi!», risponde. Ma il punto è: quanto pesa l’effetto-Raggi sul movimento? Per Grillo è una «superfetazione della merda galattica» che pesa lo 0,1% nei sondaggi. In molti non la pensano così. A Roma, così come in Sicilia. Dove Giancarlo Cancelleri annuncia «scelte preventive» sui nomi di assessori e manager.

Raggi, con cipiglio da ducetta rassicurante, annuncia: «Abbiamo preso Roma, adesso tocca a Palermo, poi tocca alla Sicilia e poi toccherà all’Italia». Applausi. E un timore appena sussurrato: «Speriamo che non ci finisca come a Roma». Mentre i palloncini in memoria di Casaleggio solcano il cielo grigio del Foro Italico.

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