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Oggi è San Nicola, il santo che resuscitò i bambini

Di Redazione |

San Nicola era un greco che divenne vescovo di Mira (in Turchia). San Nicola è uno dei santi in assoluto più amati nel cristianesimo cattolico, ma anche quello ortodosso, nacque nacque fra il 260 e il 280 d.C. a Patara (sempre nel Paese della mezza luna).

La sua era una famiglia ricca e, alla morte dei genitori, Nicola ereditò una fortuna che mise a disposizione dei più poveri. Secondo una leggenda, si tramanda che donasse il cibo alle persone povere calandolo di nascosto giù per il camino e dalle finestre delle case.

In particolare l’episodio della “Dote delle fanciulle” tramanda questa sua propensione a donare agli altri. Nicola seppe che un signore con tre figlie in età da marito era caduto in disgrazia e disperando di poter offrire alle figlie un decoroso matrimonio, aveva loro insinuato l’idea di prostituirsi allo scopo di raccogliere il denaro sufficiente al matrimonio. Nicola decise di intervenire ma di non far sapere all’uomo che sarebbe stato lui il benefattore, così per tre notti di seguito avvolse delle monete d’oro in un panno e attraverso un’inferriata le lasciò cadere in casa della famiglia disagiata. Per questo viene raffigurato nell’iconografia classica con il bastone pastorale e tre sacchetti di monete (tre palle d’oro).

C’è poi anche la leggenda delle mele. Sembra che Nicola donò tre belle mele a tre bambini così poveri da non potersi comprare nemmeno un po’ di cibo. Durante la notte però, i tre frutti si tramutarono in preziosissime mele d’oro che, una volta vendute, aiutarono la famiglia dei bambini a sopravvivere. È proprio questa sua “generosità” ad averlo trasformato nei Paesi del Nord Europa in Santa Klaus un nome che deriva da Sinterklaas, nome olandese di San Nicola. 

L’omone con la barba bianca e il sacco pieno di regali nacque, però, in America dalla penna di Clement Moore che nel 1822 scrisse una poesia in cui descriveva un vecchietto di nome Santa Claus o Sinterclaus che portava i doni ai bambini a Natale. A metà del secolo scorso, Santa Claus conquistò anche l’Europa e in Italia diventò Babbo Natale con tutto il corollario consumistico che si porta dietro, soprattutto dopo l’adozione della Coca Cola come immagine pubblicitaria.  

Altra leggenda famosa legata al nome di San Nicola è quella dei tre bambini resuscitati. Il fatto sarebbe accaduto mentre Nicola si recava al concilio di Nicea. Fermatosi ad un’osteria, gli fu presentata una pietanza a base di pesce, almeno a quanto diceva l’oste. Nicola, che aveva avuto un suggerimento divino, si accorse che si trattava invece di carne umana. Chiamato l’oste, espresse il desiderio di vedere come era conservato quel “pesce”. L’oste lo accompagnò davanti a due botticelle piene della carne salata di tre bambini da lui uccisi. Nicola si fermò in preghiera ed ecco che le carni si ricomposero e i bambini saltarono allegramente fuori dalle botti. La preghiera di Nicola spinse l’oste alla conversione.

Tornando alla religione, anche Nicola subì l’esilio – in quanto cristiano – ad opera dell’imperatore Diocleziano, che nel 303 aveva dato il via a una serie di persecuzioni contro i Cristiani. Nel 313, fu liberato da Costantino e riprese la sua attività apostolica. Morì a Mira nel 343, ma e si narra che continuò a compiere miracoli. La devozione per san Nicola è molto diffusa in due città italiane: Bari e Venezia. Dopo la caduta di Myra in mano musulmana, nel 1087 i baresi fecero una spedizione in quella città. Le reliquie, cioè le ossa, del santo, erano parte del bottino. Circa 10 anni dopo anche i veneziani puntarono su Myra e recuperarono altre ossa, lasciate dai baresi nella fretta. I veneziani trasportarono quei resti nell’Abbazia di San Nicolò del Lido, vantando pure loro il possesso delle spoglie del santo. Lo dichiararono protettore della flotta della Serenissima. E gli dedicarono molte opere, come il duomo nel “Giardino della Serenissima” (la città di Sacile, in Friuli, di cui è patrono).  Nel 1992, con le analisi del Dna, si stabilì che le ossa di venezia e quelle venerate a Bari appartengono alla stessa persona 

In Italia è anche patrono di Lecco. In Russia – dove esiste una forte devozione – S. Nicola è il difen­sore dei contadini e dei naviganti, come dimo­stra la fiaba di Sadkò, che ha ispirato musicisti come Rimskij Korsakov e Prokofev.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA