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Immacolata Concezione, Patrona delle Due Sicilie

Di Redazione |

Oggi, 8 dicembre è la festa dell’Immacolata Concezione, Patrona di Palermo e della Sicilia, la “porta” di tutte le ricorrenze in previsione del Natale. In tutte le regioni d’Italia viene festeggiata con processioni religiose, fuochi d’artificio e cibi tipici. Inoltre è anche la data in cui tradizionalmente si addobba l’albero di Natale e si dà il via alle giocate a carte.

Istituita nel 1854 da papa Pio IX, la festa sancisce il dogma cattolico che la Vergine Maria è stata preservata dal peccato originale fin dal suo concepimento. Pio IX aveva trascorso un periodo nel Regno delle Due Sicilie costretto a scappare da Roma presa dagli insorti, per stabilirsi prima a Gaeta e poi alla Reggia Portici.

Durante questo periodo si rese conto di quanto fosse radicato nel Mezzogiorno il culto dell’Immacolata e decise di “trasformare” una semplice devozione in un dogma. Per l’occasione il re Ferdinando II donò allo Stato Pontificio la colonna dell’Immacolata Concezione che si trova in Piazza di Spagna, che costituisce una sorta di gemella della guglia dell’Immacolata sita in Piazza del Gesù Nuovo a Napoli, eretta da Carlo di Borbone più di un secolo prima, tra il 1747 e il 1750. 

La Patrona del Regno delle Due Sicilie diventò in questo modo oggetto di venerazione da parte di tutti i cattolici. Nel 1858 apparirà a Bernadette, a Lourdes, con queste parole: “Io sono l’Immacolata Concezione”. 

Il culto dell’Immacolata Concezione fu “importato” nel Sud dell’Italia nel secolo VIII dall’Oriente, dove era la forma in cui sopravvissero antichi culti pagani, ed ebbe immediatamente fortuna.

In Sicilia è tutt’oggi una festa particolarmente sentita con diversi appuntamenti tradizionali che si sono svolti nella notte appena trascorsa: a Scordia in provincia di Catania, nella chiesa di San Rocco, i giovani portano in processione croci di canna con ampi panni con l’immagine dell’Immacolata e “i scupi”, cioè scope su manici di canna; a Siracusa l’Immacolata Concezione di Maria si celebra con una novena, mentre la notte del 7 dicembre la banda è solita suonare per le vie di Ortigia, dalle tre fino alle cinque del mattino, ora in cui si svolge la funzione religiosa con la celebrazione della messa; a Calatafimi Segesta, nel Trapanese, si svolge una suggestiva processione notturna; a Canicattì, in provincia di Agrigento, la vigilia dell’Immacolata è tradizione preparare i Vamparotti ossia grandi falò, allestiti in ogni quartiere.

A Catania nel 1392, cent’anni prima della scoperta dell’America, il vescovo Geraldo Done, dopo aver raccolto il parare  dei notabili della città che si erano rivolti insieme a tutto il popolo all’Immacolata per scongiurare le eruzioni laviche La eresse  compatrona della città.

Il culto all’Immacolata a Catania ha come riferimento il santuario di S. Francesco all’Immacolata, nella piazza omonima (dove c’è il monumento dedicato al cardinale Dusmet). Proprio da qui prende il via la processione secondo il motto “Tota pulchra es, Maria” – ” Tutta bella sei, Maria”. Ma il culto dell’Immacolata nella città di Catania è dappertutto, infatti quasi in ogni chiesa c’è un’immagine dell’Immacolata.

 Fra le tradizioni a tavola è il periodo della “muffuletta”, la pagnotta di grano aromatizzata e condita in diversi modi, o lo “sfincione”, la focaccia alta, condita con pomodoro, acciuga, caciocavallo. C’è anche il “cuccidatu”, pasta frolla ripiena di fichi secchi, mandorle e canditi, la “petrafennula” è una sorta di torrone di origine araba preparato con miele, mandorle, bucce di arancia e di cedro

Il nome Immacolata è tipicamente cattolico e deriva dal termine latino “inmaculata”, ovvero “senza macchia”, “candida”, e fa riferimento alla verginità della Madonna. Il nome è diffuso soprattutto al Sud sia al maschile che al femminile. I diminutivi più diffusi sono Concetto, Cettino, Concetta, Cetty, Imma, Tina, Ima. Il numero portafortuna corrispondente è il 7, il colore il verde, la pietra lo smeraldo e il metallo l’argento.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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