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Una rara aquila di Bonelli ferita a Licata, non potrà più volare: protesta la Lipu

Di Alfredo Zermo |

AGRIGENTO – Un esemplare giovane di Aquila di Bonelli è stato recuperato da personale del WWF di Licata (Agrigento) colpito da arma da fuoco. Il giovane rapace è stato ricoverato presso il Centro Recupero Fauna Selvatica del CTS di Cattolica Eraclea (AG) e sottoposto a intervento chirurgico, per ridurre i danni devastanti della fucilata soprattutto a carico dell’ala. Nonostante comunque il tempestivo intervento chirurgico, l’animale versa in condizioni critiche tanto da ritenere che, se sopravviverà, difficilmente sarà possibile recuperarlo per la vita selvatica.

L’Aquila di Bonelli, ormai rara in tutto il bacino del Mediterraneo, è un rapace la cui sopravvivenza risulta oggi in forte pericolo: in Sicilia vive l’unica popolazione ormai nidificante in Italia e la specie è minacciata per la distruzione degli habitat e soprattutto per il commercio illegale dei pulcini. Per anni, infatti, è stata soggetta al prelievo clandestino di uova e pulcini da parte di trafficanti senza scrupoli, che ricavavano dalla vendita illegale di ogni esemplare lauti guadagni. Viene pertanto classificata “In Pericolo Critico (CR)” secondo i parametri scientifici dell’IUCN International Union for Conservation of Nature (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura).

La zona dove l’animale è stato recuperato è stata coperta da campi di sorveglianza delle nidificazioni gestiti dal Gruppo Tutela Rapaci (GTR), pertanto riteniamo quasi certo che si tratti proprio di un aquilotto sorvegliato dai nostri volontari per evitarne il furto al nido. Purtroppo “solo” per cadere per mano di un altro bracconiere senza scrupoli al quale si dà la possibilità di andare in giro col fucile. Sappiamo da letteratura che la morte di rapaci a causa di arma da fuoco è una delle principali cause di declino della popolazione ma sapere che un aquilotto, che hai accudito per mesi investendo soldi di donatori ed energie, gioendo nel vederlo volare per la prima volta, è ora in queste condizioni suscita una rabbia difficilmente descrivibile. Speriamo almeno che sopravviva e possa essere recuperato per i progetti che il GTR porta avanti con gli animali sequestrati e non recuperabili per la liberazione.

«E questo non è che un altro episodio dopo le notizie dei giorni scorsi su abbattimenti di cicogna bianca, cicogna nera, poiane e gheppi in Sicilia. A quanto un controllo più accurato del territorio da parte delle autorità competenti? Perché allora non seguire l’esempio di altre nazioni che in concomitanza con episodi di tal genere hanno decretato l’interruzione dell’attività venatoria?».

«La misura è colma – dice Fulvio Mamone Capria, presidente Lipu – Questo ennesimo, gravissimo evento dimostra l’insostenibilità della caccia in Italia e il suo essere sostanzialmente fuori controllo».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA