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Sos dall’immondezzaio di Sicilia: «Mattarella estirpi la cancrena»

Di Mario Barresi |

«L’unica speranza che ci è rimasta per rimuovere questa cancrena – dice, sconsolato ma risoluto, Di Guardo – è il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Chiediamo aiuto a lui, sperando che ci dia ascolto». La situazione più delicata è a “Valanghe d’Inverno”. «La discarica è stata aperta nel 2009, con una procedura chiaramente illegittima, come emerge – ricorda il sindaco di Misterbianco – sia dalle carte della commissione parlamentare sulle infiltrazioni nel ciclo dei rifiuti, sia dalla relazione della cosiddetta commissione Marino (l’ex assessore Nicolò, ndr), che non a caso fu estromesso dal governo regionale, che trasferì anche tutto il gruppo di dirigenti e funzionari, come Armenio, Fais e Patella, che avevano lavorato a quel dossier».

Per Di Guardo la chiusura della discarica è «la battaglia della vita». Ci sono stati anche degli arresti, per la vicenda legata al rilascio di un’autorizzazione che per il sindaco «è tutto un imbroglio, sul quale spero che la magistratura, più volte sollecitata, faccia il suo lavoro». Dopo la chiusura provvisoria, nel 2015, “Valanghe d’Inverno” ha continuato la sua attività grazie a una serie di decreti di proroga, legati all’emergenza rifiuti e firmati dal governatore Rosario Crocetta. L’ultima scadrà a novembre prossimo. «Se Crocetta pensa di rinnovare ancora l’apertura della discarica è un criminale», dice – senza giochi di parole – il sindaco di Misterbianco. Il quale sbandiera i dati delle ultime rilevazioni dell’Arpa, «fatte dopo che cinquemila persone le chiesero scendendo in strada», con dati allarmanti. «L’area è infestata, con valori di gas, biogas e mercaptani sono fino a dieci volte superiori ai limiti di legge».

La Regione, dice Di Guardo, «non può continuare a fare di questa zona la pattumiera della Sicilia». Il sindaco del Pd, «da quarant’anni militante nella sinistra e sempre ligio alle scelte del partito, compreso il sì al referendum», sta meditando anche un passaggio che gli costerebbe molto, in termini umani e politici: «Strappare la tessera e uscire dal Pd, per poter avere libertà di critica, per poter continuare a dire quello che penso». Compreso sulla «vicenda dei compensi ai commissari incaricati dal prefetto, sulla quale ci sarà ancora tantissimo da dire».

L’ultimo appello a Crocetta, dunque. Che «parla ma non quaglia, perché è un irresponsabile se non capisce il dramma». E aggiunge: «Mi ha fatto sorridere amaramente, l’altro giorno, quando in conferenza stampa ha detto che risolverà il disastro della raccolta differenziata in Sicilia chiedendo aiuto alle parrocchie. Lasci stare i preti, che non sono spazzini, e gli oratori, luoghi di ben altra natura. E magari – sbotta Di Guardo – venga qui a Misterbianco a imparare come si fa bene la differenziata, riducendo pure i costi del servizio». Il sindaco sbandiera gli ultimi dato: a luglio il 62% di rifiuti differenziati, con un costo annuo di 6,7 milioni, ma «trovai il 20% e il Comune spendeva 8,5 milioni». Il segreto? «Il porta a porta spinto, fiatando sul collo di chi fa il servizio. Io, ogni mattina, sono in strada alle sei per vedere che sia tutto a posto».

 

Non è contrario ai termovalorizzatori, Di Guardo. «Purché non si pensi di usare le aree dismesse di Motta o Misterbianco», precisa. La soluzione, «in attesa che si costruiscano impianti a impatto zero di ultima generazione», è soltanto una: «Inviare i rifiuti all’estero». Ma il costo sarebbe maggiore, è la controdeduzione. «Innanzitutto – argomenta il sindaco – ci sono impianti, come in Olanda che brucia soltanto il 10% di rifiuti, sottoutilizzati o chiusi, con i quali si potrebbero ottenere tariffe vantaggiose. E poi, davanti alla salute dei cittadini, non possono essere i cento euro di differenza a bloccarci». Lui, Di Guardo, in ogni caso ci sarà. «Mi ricandido», anticipa. «Perché a 72 anni sono un pensionato che vuole servire i cittadini. E poi perché so fare una cosa sola: il sindaco».

Twitter: @MarioBarresi

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