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Soldi in “nero” nascosti nel controsoffitto: 1,7 mln di euro sequestrati a Fabrizio Corona

Di Carmela Marino |

MILANO – Sono passati soltanto una decina di giorni dalla decisione del gip di Milano Ambrogio Moccia che, concedendo la continuazione tra tre reati delle condanne definitive, aveva fatto tirare un sospiro di sollievo a Fabrizio Corona presentandogli la prospettiva di proseguire nell’affidamento in prova ai servizi sociali. Ieri è arrivata l’ennesima e nuova grana giudiziaria per l’ex “re dei paparazzi”: la sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano gli ha sequestrato un “mare” di contanti per un totale di 1,7 milioni di euro, ritenuti compensi “in nero” delle sue apparizioni degli ultimi mesi in discoteche e locali notturni. I soldi “cash” sono stati trovati dentro un pacchetto nel controsoffitto di un immobile nella disponibilità di una persona ritenuta l’amministratore di fatto di una società dell’ex ‘fotografo dei vip’. E il sequestro è stato disposto dal Tribunale, su richiesta del procuratore aggiunto Ilda Boccassini e del pm Alessandra Dolci, anche sulla base della «pericolosità sociale» dell’ex agente fotografico. Per discutere sulla conferma o meno del provvedimento è stata fissata un’udienza a gennaio.

Per il difensore, l’avvocato Ivano Chiesa, «si tratta di somme riconducibili alla attività svolta dalla società Atena Srl e, per essa, dal signor Fabrizio Corona. Essendo somme maturate negli ultimi due mesi dell’anno 2015 e nel corso dell’anno 2016 – ha aggiunto – è ancora possibile sottoporre le stesse a tassazione in quanto i relativi termini di versamento delle imposte sono ancora aperti (le tasse sui redditi 2016 si pagano nel 2017)». Sui compensi a favore dell’ex fotografo dei vip, attraverso Atena, agenzia che si occupa di eventi e promozioni, infatti, non sarebbe stata pagata l’Iva per le prestazioni. Il difensore chiarisce, però, che da parte di Corona c’è la volontà di sottoporre a tassazione quelle somme «e tale intendimento» è stato già manifestato «all’Autorità Giudiziaria che dunque ne è perfettamente a conoscenza». Il sequestro, prosegue ancora l’avvocato, «è consequenziale in attesa della regolarizzazione della posizione».

Corona, scarcerato nel giugno 2015 dopo 2 anni e mezzo di detenzione, quasi un anno fa, dopo l’affidamento alla comunità di Don Mazzi, è potuto tornare a vivere nella sua casa a Milano perché ha ottenuto l’affidamento in prova «sul territorio». E nei giorni scorsi, a seguito della decisione del gip sulla continuazione tra i reati, il cumulo pena residuo per l’ex “re dei paparazzi” è stato ricalcolato in 5 anni e 1 mese (sotto i 6 anni che lo avrebbero fatto tornare in carcere), consentendogli, dunque, di proseguire nell’affidamento. Il sequestro dei contanti “in nero”, però, rischia di complicare nuovamente il suo percorso, anche se a decidere sulla revoca dell’affidamento e sull’eventuale rientro in carcere dovrà essere il Tribunale di Sorveglianza. Lo scorso luglio, tra l’altro, Corona era stato già “ammonito”, con tanto di restrizioni nelle prescrizioni (non può uscire dalla Lombardia, ad esempio) per una vacanza a Capri non autorizzata, con tanto di foto hot su uno yacht pubblicate su riviste di gossip. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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