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Galletti: «In Sicilia gli scarti dell’Ilva per poco tempo»

Di Roberto Fatuzzo |

Come se non bastasse l’arcinota e mortificante emergenza rifiuti, tra Augusta e Melilli ecco la discarica di Cisma, dove siamo costretti a respirare i veleni dell’Ilva di Taranto, con migliaia di tonnellate di “polverino”, un rifiuto speciale trattenuto attraverso elettrofiltri dai fumi degli altiforni, che lo stabilimento pugliese non riesce a smaltire. Scarti di lavorazione che via nave arrivano a Catania e che con autotreni vanno a smaltirsi nel Siracusano. Da circa un mese sarebbero riprese le spedizioni settimanali di circa 900 tonnellate ciascuna e sarebbero già 9mila le tonnellate inviate “in via transitoria” in un’area a rischio ambientale e siti di interesse nazionale. E la Regione?

Furibonda la denuncia di Enzo Parisi di Legambiente Sicilia: «Un’operazione scriteriata, che ci fa arrivare 100mila tonnellate di veleni scaricati su un territorio già martoriato, che necessita di bonifica e da 30 anni aspetta che vengano tolti i veleni già sepolti in ogni componente ambientale».

Dopo le proteste, un’inchiesta della Procura e interrogazioni parlamentari, il ministro Galletti è intervenuto nel Siracusano dando la sua risposta: «E’ una situazione transitoria, che riguarda rifiuti comunque non pericolosi, il cui trasferimento nei prossimi mesi diminuirà ancora, fino ad azzerarsi poi nel tempo quando l’Ilva avrà assorbito interamente anche lo stock vecchio e potrà andare in autonomia con le discariche che ha appena costruito».

Come dire, aspettate fiduciosi, mentre lo scempio per ora continua. Nel primo pomeriggio, poi l’atteso appuntamento a Misterbianco, anche con la comunità di Motta, per rispondere a chi di veleni non ne può più. Dopo l’abbraccio con i sindaci Di Guardo e Carrà, il ministro Galletti chiarisce che miracoli non può farne. «Io sto lavorando con il presidente Crocetta per risolvere l’emergenza rifiuti in Sicilia, che mi preoccupa molto. Abbiamo fatto un’intesa, il presidente Crocetta ha preso degli impegni che sta portando avanti e dobbiamo valutare in itinere, che prevedono il superamento delle discariche, la costruzione di nuovi impianti ed un ben più moderno e adeguato sistema di gestione dei rifiuti. L’obiettivo che io ho dato alla Regione Sicilia è quello, e credo che il governatore abbia tutto l’interesse ad arrivare a questo risultato per i cittadini siciliani. Perché oggi la situazione è davvero intollerabile, ci porta fuori da ogni normativa europea e soprattutto è dannosa per i cittadini; quindi io chiedo alla Regione di portare in porto con fermezza e determinazione l’intesa che abbiamo siglato. L’intesa ha dei precisi punti scritti; se si rispettano si arriverà al superamento delle discariche in Sicilia, altrimenti avremo nuovi problemi emergenziali fra poco».

Prima di entrare al palazzo del Senato, Galletti si accosta senza remore ai rappresentanti dei Comitati, che lo incalzano sull’urgenza della chiusura di una discarica che è oltretutto illegale, perché vicina meno di un km dai centri abitati: «Io posso dare solo delle regole alle Regioni, questi sono i miei compiti. E le regole che ho dato sono molto precise, le ho scritte. E mi aspetto che dalla loro applicazione si arrivi al superamento delle discariche. Ma io non ho le competenze per chiudere una discarica, o per fare un termovalorizzatore. Io ho fatto alla Regione un disegno con punti ben chiari per arrivare al risultato. Ma con molta trasparenza e senza ipocrisie vi dico che occorre anzitutto che la Sicilia faccia presto molta più raccolta differenziata, mentre solo pochissimi comuni come il vostro la fanno (Misterbianco è oltre il 62%) e la media regionale è irrisoria e perdente. Ma non basta ancora, l’alternativa alle massicce eccedenze di rifiuti sono i termovalorizzatori, come gli 8 nella regione Emilia da cui provengo». E qui i Comitati subito insorgono, rivendicando una necessaria strategia “rifiuti zero”, nell’ottica europea di “economia circolare” additata dagli ambientalisti. Il ministro ribatte: «Se dalla vostra Regione mi si prospettasse un serio e concreto Piano di questo tipo, con le soluzioni fattibili, giuro che lo prenderei a modello per tutto il territorio nazionale ed esempio per l’Europa. Ma non pensiate che si possa risolvere il problema mandando per molto tempo i rifiuti in altre regioni o all’estero». Più chiaro di così. Gli stessi concetti il ministro li ripeterà subito dopo nell’aula consiliare del Comune, gremita di amministratori e cittadini di Misterbianco e Motta, senza reagire alle contestazioni dei Comitati. E aggiunge: «L’Italia ha un futuro roseo se punta sul proprio ambiente; possediamo bellezze naturali che non ci sono in altre parti del mondo, molte delle quali qui in Sicilia. Io credo che lo sviluppo futuro del Paese e del mondo passi attraverso il rispetto e la valorizzazione dell’ambiente. Chi prima lo capisce sarà competitivo nel nuovo mondo». Tocca insomma a Comuni e Regione? Poi, rapida visita a Motta, e dal Castello il ministro osserva un magnifico panorama in cui quelle maledette discariche rovinano la vista e amareggiano l’anima.

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