Catania – Stavolta non ci sono più dubbi, neanche del tipo per così dire interpretativo. Il Cga di Palermo, il tribunale amministrativo d’appello che alcuni mesi fa si era già espresso sul ricorso di secondo grado della professoressa Febronia Elia (componente del consiglio di amministrazione dell’ateneo) che aveva sollevato la questione della rielezione di tutti gli organi dell’Ente, ha sciolto la riserva e fornito quel “chiarimento ottemperativo” che chiarisce tutto e di fatto avvia la campagna elettorale per la nomina del nuovo Rettore.

Scrive tra l’altro il Cga di Palermo nella sentenza del 16 scorso, resa nota ufficialmente:«Ordina l’esecuzione della stessa sentenza nei termini così chiariti, da compiere nella modalità indicate nel paragrafo 7 della motivazione, con le conseguenze che le procedure per l’elezione del nuovo rettore dovranno essere indette dall’Università di Catania nel termine di trenta giorni dalla notificazione della presente decisione, o dalla sua notificazione in via amministrativa, se anteriore, che il nuovo rettore a sua volta, nel termine di trenta giorni dalla nuova nomina, dovrà riprendere le procedure volte alla ricostituzione degli altri organi statutari non ancora rinnovati, e portarle a compimento con la massima sollecitudine giuridicamente possibile».

I giudici specificano inoltre.«In caso di inosservanza da parte degli organi universitari dei termini sopra indicati, a tutte le attività così prescritte procederà il commissario ad acta delegato, dottoressa G. Diamante, dietro istanza della parte ricorrente, nel termine complessivo di due mesi ricorrenti dalla sua ricezione».Si chiude quindi, adesso in maniera definitiva una lunga diatriba all’interno dell’Università fatta di accuse, polemiche, non pochi veleni, ricorsi e contro ricorsi. Nel sua sua prima istanza la professoressa Elia chiedeva «l’accertamento dell’illegittimità del silenzio inadempimento all’avvio del procedimento per la costituzione dei nuovi organi statutari e tra l’altro anche l’accertamento del “Magnifico” di avviare le procedure per la costituzione dei nuovi organi».

Oggetto del contendere proprio la carta statutaria, firmata peraltro nel 2011 dall’ex rettore Antonino Recca, che aveva sollevato una serie di appunti già da parte del Ministero e del Miur, con i ricorsi che furono respinti in primo grado e in appello. Vicenda chiusa, sebbene c’è chi eccepisce, per alcune questioni, sulla nuova ricandidatura dell’attuale rettore.

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