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Sfilate Prada, la semplicità al potere

Di Venera Elisa Fichera |

In un mondo in cui la corsa al potere da ottenere a tutti costi, e subito, sembra essere diventata legge, Miuccia Prada propone un ritorno ai valori più semplici e veri. In un nuovo spazio che abbandona scenografie iper-realistiche a favore di un progetto sobrio e domestico va in scena la spoglia semplicità della vita quotidiana. Una parete divisoria e continua realizzata in legno diventa una ideale boiserie che si snoda sinuosa lungo il perimetro, regalando una dimensione intima e domestica accentuata dall’abbinamento del legno a materiali di uso corrente come graniglia, piastrelle e formica. Così, tra letti e panche che invitano a rallentare il ritmo frenetico metropolitano, l’uomo Prada trasforma le sue debolezze in punti di forza, ritrova i valori più autentici indossando i colori della terra e del bosco che tingono pantaloni e capispalla in velluto a coste.

Con la sua aura bohémienne vaga spensierato dipingendo i paesaggi che si paleseranno sui suoi pullover accanto a motivi mutuati dalla pittura naif e agli intarsi geometrici. Il trench in pelle, come il basco, lo indossa anche lei che avanza sicura con i suoi cappotti in pelliccia ametista e bordeaux profilati da luminose borchie dorate. Lei indossa anche completi in morbida angora che fasciano il corpo sensualmente, ma su gonne, giacche e calzini da moderna suffragetta sbocciano teneri fiorellini, “tough but tender”, mentre al collo tintinnano fatati amuleti in legno.

L’ordine si materializza dal disordine chez Missoni. Cachemire, mohair, cammello, alpaca e seta si accendono in una alchimia cromatica in cui il corallo sango-iro brilla contro il blu petrolio, il marina e il cobalto; il giallo crisantemo irradia contro il nero peonia, il rosso acero e il cammello mentre il verde muschio esplode contro il verde nori, il grigio piombo e il nero in una collezione in cui il Giappone fa da scenario. Gli stili put-together, rilassati, ampi e indossati con una ludica disinvoltura evolvono nella creazione di una identità manifesto di un disinvolto anticonformismo.

Salvatore Ferragamo celebra un nuovo capitolo della sua storia grazie alla prima collezione uomo creata dal nuovo direttore creativo Guillaume Meilland. Lo stilista, che vanta una precedente esperienza nelle maison Yves Saint Laurent e Lanvin Menswear, rilegge i codici dell’abbigliamento maschile della casa immergendoli in un melting pot globale di tessuti, tecniche ed esperienze e afferma: «Salvatore Ferragamo è per me una grandissima forma di ispirazione. L’incessante ricerca che lo ha portato creare linee all’avanguardia, l’impareggiabile artigianalità e la “vestibilità perfetta” oggi sono valori più che mai fondamentali». Per il suo debutto propone due silhouette, una allungata e strutturata, l’altra più voluminosa e morbida. L’esperienza pluriennale degli artigiani incontra le più avanzate innovazioni: l’impermeabile ha una texture gommata e abbina pelle di vitello e corduroy mentre peacoat e flight jacket sono ricostruiti secondo abbinamenti di tessuto inaspettati.

Per quanto concerne le calzature, in passerella si nota una rivisitazione dei tipici stivali da lavoro americani, il loafer è, invece, il risultato di una perfetta espressione artigianale.

Thom Browne per Moncler Gamme Bleu coniuga la sua sensibilità sartoriale con l’expertise nell’abbigliamento sportivo della maison e propone una collezione ispirata al tema dell’alpinismo e dell’escursionismo. Le corde e i moschettoni, elementi della cordata, animano le creazioni.

In una location innevata Peacoat e Chesterfield incontrano tute, bomber oversize e capi in maglia lavorati a mano. I tessuti tecnici si mescolano a cachemire, Shetland, tweed e velluto corduroy, in una palette colorata di rosso/bianco/blu, signature cromatica del brand, azzurro, giallo, bianco e grigio e dal più formale black tie.

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