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Ong, per procuratore Catania rapporti diretti con trafficanti e mondo politico si divide

Di redazione |

E’ rovente la polemica sul ruolo di alcune Ong attive nel salvataggio dei migranti nel mare tra Libia e le coste italiane. Con una coda di accuse che non tende ad attenuarsi e che getta luci sinistre sui cosiddetti “taxi del Mediterraneo”. Secondo Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera e esponente di punta M5S, «le Ong sono accusate di un fatto gravissimo, sia dai rapporti Frontex, sia dalla magistratura, di essere in combutta con i trafficanti di uomini, con gli scafisti e addirittura di aver trasportato criminali». Prima la replica di Roberto Saviano: «cattivismo». Poi la risposta in diretta Fb dell’ex premier Matteo Renzi: «il vicepresidente della Camera sta cercando di fare uno spot. Non ha un’idea di Europa. Guardano i sondaggi, vedono che la questione migranti attira l’attenzione della gente e ci si buttano».

Deciso da par suo l’intervento del Capo dello Stato Sergio Mattarella, per il quale «la drammatica teoria di profughi e rifugiati dalle guerre che stanno insanguinando il vicino Oriente e l’Africa – ha affermato in un messaggio inviato al presidente di Amnesty International Italia, Antonio Marchesi – è un banco di prova della civiltà europea che deve saper rispondere in coerenza con i suoi valori fondanti». Le parole pronunciate da Di Maio hanno accesso anche un duro botta e risposta con Saviano, che ha parlato di «intransigente cattivismo» a uso e consumo di chi «i migranti li vorrebbe morti in fondo al mare». A difesa delle Ong si è schierata Amnesty International Italia, secondo la quale «servono le prove», altrimenti è bene lasciar lavorare «gli unici che in questo momento salvano vite in mare». Frontex, ha spiegato il direttore generale Gianni Rufini, «è un’organizzazione politica che risponde alla volontà europea che non vuole che arrivino migranti sul suo territorio. Quindi se qualcuno ha delle prove sul cattivo operato delle Ong porti le prove, altrimenti si tratta solo di fango e calunnie».

Ad aver innescato la querelle erano stati i dubbi avanzati, nelle scorse settimane, dal procuratore capo di Catania Carmelo Zuccaro, che, anche in un’intervista rilasciata oggi a La Stampa, ha parlato di Ong «buone e cattive». Non senza aggiungere di essere in possesso di «evidenze che tra alcune Ong e i trafficanti di uomini che stanno in Libia ci sono contatti diretti. Non sappiamo se e come utilizzare processualmente queste informazioni – ha chiarito il magistrato – ma siamo abbastanza certi di ciò che diciamo». «Su Ong come Medici senza frontiere e Save the Children davvero c’è poco da dire, discorso diverso – avverte Zuccaro – per altre, come la maltese Moas o come le tedesche, che sono la maggior parte», cinque delle nove Ong schierate in mare. «Abbiamo evidenze che tra alcune Ong e i trafficanti di uomini che stanno in Libia ci sono contatti diretti – dice il procuratore – non sappiamo ancora se e come utilizzare processualmente queste informazioni ma siamo abbastanza certi di ciò che diciamo; telefonate che partono dalla Libia verso alcune Ong, fari che illuminano la rotta verso le navi di queste organizzazioni, navi che all’improvviso staccano i trasponder sono fatti accertati». Tutte le nove Ong sono, comunque, sotto la lente della procura: «Per quelle sospette dobbiamo capire cosa fanno, per quelle buone occorre invece chiedersi se è giusto e normale che i governi europei lascino loro il compito di decidere come e dove intervenire nel Mediterraneo». «L’inchiesta – riflette il procuratore – richiede tempi che l’Europa non si può permettere e d’altronde la risposta giudiziaria non è sufficiente, nonostante la notevole collaborazione che riceviamo da tutti. Il problema resta essenzialmente politico e i governi europei, non solo quello italiano, devono intervenire subito». «Per me – conclude -, quei 250mila in arrivo quest’anno sono una stima per difetto».

Numerose le prese di posizione dei partiti di opposizione, tra questi la Lega, che promette: «Abbiamo presentato un esposto per chiedere di accertare l’operato di queste pseudo associazioni umanitarie che hanno creato un vero business, violando – ha detto il capogruppo al Senato Gian Marco Centinaio – qualsiasi legge internazionale». Per Renato Schifani (FI) «l’affarismo sull’immigrazione è cosa nota da tempo, ora sembra che anche le Ong che stanno nel Mediterraneo ricevano soldi italiani». Di diverso avviso Arturo Scotto di Mdp, per il quale «sono migliaia gli operatori, spesso volontari, che con professionalità e dedizione fanno grande il nostro Paese». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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