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Faraone a ruota libera nel post primarie Pd: «Crocetta non sarà mio candidato»

Di redazione |

PALERMO – «Non sosterrò mai una candidatura di Crocetta che non passi dal percorso delle primarie. Io non avrò Crocetta come candidato, ne sosterrò un altro». Lo ha detto il sottosegretario alla Salute, Davide Faraone, in conferenza stampa a Palermo. «A stretto giro di orologio dobbiamo avviare le procedure per la convocazione delle primarie – ha aggiunto – . Rispetto a questa mia proposta che molti dicono di condividere si avviino le procedure».

A chi ha chiesto se lui sarà il candidato dell’area Renzi alle primarie siciliane del Pd per la scelta del candidato governatore, Faraone ha risposto: «Ci sarà una candidatura che affermi l’idea del Pd di Renzi, che in questi anni ha dato a questo partito una nuova prospettiva». «Il Pd era un partito che rischiava di diventare minoritario come è accaduto al partito socialista francese – ha detto – che è al 6 per cento, invece, è diventato un partito del 40% e tutti i sondaggi ci danno su percentuali elevatissime. Quel Pd deve trovare espressione sia alle primarie che alle elezioni regionali».

«In ambito nazionale abbiamo costruito un percorso e oggi la leadership di Renzi ha una seconda opportunità. Ci muoveremo nella direzione di costruire un percorso politico che veda al centro il Pd. Qui in Sicilia c’è un sistema elettorale diverso, c’è una storia diversa, sarebbe un errore fare una sovrapposizione esatta di quello che succede a livello nazionale con quello che accade a livello regionale».

«Le elezioni siciliane sono il primo vero test elettorale, che sarà anche letto in chiave nazionale come il primo della segreteria Renzi e l’ultimo prima delle politiche» – ha aggiunto il sottosegretario alla Salute Davide Faraone – . «Molti dicevano che le primarie sarebbero state un momento di partecipazione di poche persone, mentre il Pd continua ad essere un partito con tanti iscritti. Alle primarie il numero di votanti è stato altissimo, lo dico perché l’immagine che si dà del Pd è quella di un partito che organizza truppe per votare, mentre non è così. Ci sono stati cittadini che liberamente sono andati ai gazebo per scegliere il candidato premier alle prossime politiche, dal momento che lo statuto del Pd prevede che il segretario nazionale è anche il candidato premier». «Quei 110 mila votanti siciliani – ha concluso – hanno rappresentato e rappresentano un’iniezione di fiducia. Chi ha sostenuto questo Pd lo ha fatto nella convinzione che il partito democratico non è un partito ideologico come nel passato».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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