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Il dopo elezioni in Sicilia tra progetti civici e listoni

Di Lillo Miceli |

Per un giorno non sono state evocate le elezioni primarie per la designazione del candidato alla presidenza della Regione. Da un lato, ci sarebbe Raciti a cui non dispiacerebbe una eventuale discesa in capo del presidente del Senato, Pietro Grasso; dall’altro, Faraone che le ha sempre chieste, non vuole mettere a repentaglio la trovata sintonia con Orlando il quale vorrebbe che fossero le forze politiche ad assumersi l’onere di designare il candidato alla presidenza della Regione. A sparigliare i giochi all’interno del Pd, il capogruppo dei Centristi per l’Europa, che ha lanciato la candidatura del coordinatore del partito, Gianpiero D’Alia.

Ma ipotizzare già adesso un listone civico composto da “Pd, Ap e Ce” sarebbe azzardato, anche perché difficilmente il partito di Alfano sarà ancora alleato del Pd nel futuro prossimo. Ma non dispera il sottosegretario all’Agricoltura, Giuseppe Castiglione, che ha sottolineato l’ottima performance di Ap, per esempio, a Sciacca ed Acicatena. Come dire, siamo insostituibili.

Si potrebbe obiettare: perché ciò che è stato fatto a Palermo, non si dovrebbe ripetere per le elezioni regionali? Perché difficilmente sarà possibili trovare un candidato alla presidenza della Regione con una caratura politica simile a quella di Leoluca Orlando, che ha sempre cercato di privilegiare i rapporti con le forze politiche della sinistra piuttosto che con quelle di centro. La sua storia politica è stata la garanzia per la buona riuscita dell’operazione all’insegna del civismo. Non sarà facile trovare una personalità in grado di tenere insieme le inquiete anime del Pd.

Nell’attesa di capire se il flop del Movimento 5 Stelle sia stata solo una battuta d’arresto o se invece sia iniziato un processo di arretramento, considerato che il fenomeno è nazionale, i grillini di Sicilia il 9 luglio ufficializzeranno il loro candidato alla presidenza della Regione.

Nelle prossime ore, dovrebbe ripartire la macchina organizzativa del centrodestra, trainata da Forza Italia ringalluzzita dall’8,5% ottenuto a Palermo. Sarà necessaria una profonda riflessione: solo Fi, tra le liste di centrodestra che sostenevano Fabrizio Ferrandelli, ha superato lo sbarramento del 5%. Cantiere popolare, il partito di Saverio Romano e per il quale si è speso anche l’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro, si è fermato al 4,5%. Ancora meno voti ha ottenuto l’Udc. Fratelli d’Italia e la Lega-Noi con Salvini, che appoggiavano Ismaele La Vardera – hanno totalizzato circa il 2%. «Probabilmente – ha detto la portavoce Gabriella Giammanco – se il centrodestra non avesse perso pezzi e non si fosse presentato spaccato, come a Trapani, oggi il dato elettorale sarebbe ancora più promettente». Anche il centrodestra dovrebbe fare meno polemiche al suo interno.

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