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Popolazione in calo, il Sud e le Isole si spopolano

Di Angela Abbrescia |

Prosegue dunque nel 2016 la diminuzione della popolazione già riscontrata l’anno precedente. Il saldo complessivo è negativo per 76.106 unità, determinato dalla flessione della popolazione di cittadinanza italiana (-96.981) mentre gli stranieri aumentano di 20.875 unità. Ma il calo sarebbe stato ancora più cospicuo se non fosse stato mitigato dall’acquisizione della cittadinanza italiana di una parte sempre più ampia della componente straniera (+202mila, in aumento rispetto al 2015).

Dopo anni nei quali i flussi migratori hanno compensato il calo demografico, anche nel 2016, come nell’anno precedente, il consistente saldo naturale (differenza tra il numero delle nascite e quello dei decessi) negativo, unito a un saldo migratorio positivo ma più contenuto rispetto al passato decennio, ha portato al decremento della popolazione. Che è più netto, e supera la variazione a livello nazionale pari a -0,13%, nelle isole (-0,34%) e al Sud (-0,28%).

Questo spopolamento del Sud Italia si spiega anche con l’aumento del movimento migratorio dal Sud verso Nord e Centro Italia, solo parzialmente bilanciato dagli arrivi di migranti sulle coste meridionali: i continui nuovi arrivi non riescono a compensare la perdita di popolazione dovuta alle migrazioni interne. Il tasso migratorio è quindi negativo e pari a -0,9 per mille per il Sud e -1,3 per mille per le isole. E incide sicuramente anche il fatto che la popolazione straniera risiede prevalentemente nel Nord e nel Centro, dove si registra un’incidenza percentuale sul totale dei residenti superiore al 10%. Al Sud, infatti, la presenza straniera resta più contenuta nonostante la crescita: 4,2 stranieri per cento abitanti nel Sud e 3,6 nelle isole. Il primato delle presenze, in termini assoluti, va alle regioni del Nord-ovest con 1.704.918 residenti, il 33,8% degli stranieri.

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