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Catania, ingegneri a confronto per un territorio più sicuro

Monitoraggio strutturale: «Campanello d’allarme per prevenire crolli e danni causati da calamità naturali»

Di Assia La Rosa |

CATANIA – “Il controllo periodico della costruzione è una pratica fortemente auspicabile, poiché rappresenta il principale strumento per una consapevole conservazione, in quanto consente di programmare la manutenzione e attuare in tempo, quando realmente necessari, gli interventi di riparazione (in caso di danno strutturale) e di consolidamento, finalizzato alla prevenzione. In alcuni casi, quando l’eventuale dissesto è ben compreso e possono essere definite soglie di sicurezza, il monitoraggio può rappresentare un’alternativa all’intervento, a vantaggio della conservazione”. È sulla base di quanto riportato nelle “Linee guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale”, legate alle nuove norme tecniche per le costruzioni, che il presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Catania Giuseppe Platania ha costruito il suo intervento in occasione del seminario “Smart building”.

«Il tema del monitoraggio assume oggi una valenza e importanza maggiore grazie alla grande attendibilità degli strumenti a disposizione raggiunta negli ultimi anni – ha esordito Platania – Attraverso il supporto di sensori, rilevatori e strumenti di gestione da remoto, è possibile infatti mettere in atto un’attività di prevenzione che oggi risulta imprescindibile, specie in strutture vetuste e datate. Ma anche in casi di calamità naturale e per il controllo delle frane potenziali o in atto».

Durante l’incontro è stata evidenziata l’utilità dei sistemi multisensoriali di early warning per la mitigazione dei rischi «negli ambienti di lavoro, nei luoghi per la fruizione dei servizi pubblici – scuole, ospedali, uffici, carceri – e nel privato, come cinema e teatri. Oltre che, ovviamente, per verificare lo stato di salute di strade, ponti, viadotti, dighe e impianti per l’erogazione del servizio di energia elettrica, del gas e dell’acqua», ha proseguito il presidente degli Ingegneri etnei. Che ha aggiunto: «Risulta essenziale in territori ad alto rischio sismico, di dissesto idrogeologico e con un patrimonio strutturale fragile e vulnerabile. Indubbiamente, la Sicilia e Catania sono esposte a numerose minacce e sarebbe auspicabile un controllo a tappeto per attivare i protocolli necessari. Dobbiamo evitare casi come il crollo del ponte Himera o quello ferroviario tra Niscemi e Caltagirone. Così come bisogna prevenire tragedie come quella di Genova e San Giuliano (Puglia)».

«Un argomento che abbraccia trasversalmente l’ingegneria del terzo settore, dall’industriale alla civile – ha commentato Fabio Filippino, consigliere dell’Ordine e della Fondazione Ingegneri di Catania (presieduta da Mauro Scaccianoce) – Un tema sempre più attuale in prospettiva di un futuro improntato sulla sicurezza».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA