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Catania, con gli shottini a 1.50 € anche i minori bevono fino allo sballo

Di Pierangela Cannone |

CATANIA – Sono appollaiati su alcuni pouf intorno a un tavolino invaso da una serie di bicchieri vuoti, senza alcuna traccia di piatti o ciotole che abbiano accompagnato ai beveroni alcolici qualche stuzzicheria. Il locale scelto da una comitiva di giovanissimi per trascorrere il sabato sera in centro brulica di clienti e i ragazzi sono visivamente in attesa di essere ri-serviti. Nel frattempo commentano i cocktail appena mandati giù, lasciandosi andare a frasi da grandi degustatori di distillati. «A me non è salito», dice il giovanissimo saccente della combriccola, istigando l’amico a rivolgersi al barista (che ha almeno il doppio dell’età dimostrata dai suoi clienti) ordinando «Due Sex on the beach, un Mojito, due Redbull e vodka fragola e melone e un Caipiroska. Strong, mi raccomando». «Arrivano», è la risposta alle richieste. Pochi minuti e l’ordine è servito. I ragazzi, che hanno il viso sbarbato e pieno di piercing, se la ridono: la più spontanea delle amiche ammette che «A me gira un po’ la testa», ma non importa. O forse sì, magari è proprio questo l’obiettivo da centrare prima di fare rientro in casa.

L’immagine appena raccontata descrive un ordinario weekend serale in centro. Sono trascorse da poco dopo le 23 in una giovanissima “Catania by night” tra shortini e cocktail, sigarette e spinelli. Eppure sulla questione alcol la legge è chiara e le sanzioni penali e amministrative previste in tema di somministrazione e vendita ai minori di 18 e di 16 anni sono severe: l’articolo 689 del codice penale disciplina il divieto di somministrazione di bevande alcoliche ai minori di 16 anni, mentre il decreto legge Balduzzi del 2012 convertito in legge n. 189/2012 ha introdotto il divieto di vendita di bevande alcoliche ai minori di 18 anni tant’è che, secondo la legge quadro in materia di alcol del 30 marzo 2001, n.125 art 14 ter, “chiunque vende bevande alcoliche ha l’obbligo di chiedere all’acquirente, all’atto dell’acquisto, l’esibizione di un documento di identità, tranne che nei casi in cui la maggiore età dell’acquirente sia manifesta”.

E, ancora, “la sanzione amministrativa pecuniaria va da 250 a mille euro a chiunque vende bevande alcoliche ai minori di anni diciotto. Se il fatto è commesso più di una volta si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a duemila euro con la sospensione dell’attività per tre mesi”. Ma la prassi documentata nel cuore pulsante delle notti brave di giovani e giovanissimi, riporta un’altra realtà. Quella che magari sfugge spesso ai controlli e che racconta di volti pieni di make-up per ingannare l’età anagrafica.

Sono centinaia, infatti, i minorenni che vivacchiano da un locale all’altro a caccia dello shottino più forte, che si raggomitolano nei marciapiedi con in mano una birra e che invadano le scalinate dei palazzoni del centro storico tra un alcolico e un superalcolico, passando da una sbronza all’altra. Piazza Vincenzo Bellini è come una “bocca che inghiotte”: le strade clou del “binge drinking” sono le limitrofe vie Landolina e Valle, vie Leonardi e Pulvirenti, via Birreria e piazza Scammacca. Tanto per i maggiorenni quanto per i minorenni.

La movida dei giovanissimi, comunque, finisce presto: per i più, il famoso coprifuoco esiste ancora e verso l’una le strade si svuotano dei volti più giovani. Occorre rientrare in casa. Sobri o “sballati”, ma comunque attenti a passare inosservati per evitare che l’odore delle sigarette possa destare il sospetto dei genitori, anche se l’alito puzza ancora di quegli shortini bevuti per appena 1 euro e 50 centesimi.

È questo, infatti, il “must” del sabato sera under 18 che fa da cornice ai cocktail dai colori fluo spesso serviti in bicchieri di plastica di facile asporto, trasformando così il circondario di piazza Bellini in una zona franca dello sballo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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