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Missili iraniani sulla base Usa in Qatar, botta e risposta tra regime islamico e Casa bianca

Ma Washington e Doha erano stati avvertiti: «Tutti intercettatì»

Stefano Intreccialagli

23 Giugno 2025, 21:17

Missili iraniani sulla base Usa in Qatar, botta e risposta tra regime islamico e Casa bianca

Dopo meno di 48 ore dal diluvio di fuoco americano sui siti nucleari iraniani, la vendetta degli ayatollah si è consumata contro la base Usa in Qatar, ma la rappresaglia è stata volutamente misurata e ampiamente preannunciata.

L’attacco è stato sferrato con dieci missili su Al Udeid, la più grande struttura militare statunitense in Medio Oriente che conta più di 10.000 soldati ed ospita lo Us Central Command e altre forze alleate. «Sei di loro hanno colpito la base», hanno rivendicato i pasdaran. «Tutti intercettati e nessun morto o ferito», ha replicato un portavoce qatarino. Mentre il New York Times parla addirittura di raid «coordinati» tra Teheran e Doha, così da evitare vittime e rendere la risposta della Repubblica islamica puramente simbolica. L’allerta massima è scattata anche in Iraq, ma il lancio di un missile diretto verso una struttura americana nel Paese annunciato in un primo momento è stato in seguito smentito da Baghdad e dai militari statunitensi. Mentre colpi di mortaio delle milizie filo-Teheran sono caduti su un compound in Siria.

Con ore di anticipo si sono susseguiti annunci sui media americani di «un attacco imminente», mentre Doha aveva già chiuso lo spazio aereo nazionale come misura «precauzionale». E le ambasciate di Stati Uniti, Cina e Regno Unito avevano invitato i loro connazionali in Qatar a «restare a casa» per sicurezza. Tutto sembra indicare la volontà di Teheran di chiudere lo scontro, almeno con Washington, in un’unica mossa: scegliere come bersaglio la base in Qatar «ha senso, soprattutto se gli americani vengono avvertiti in anticipo», è la lettura dell’analista politico Ian Bremmer, che evidenzia come la base di Al Udeid «può offrire una risposta spettacolare al pubblico iraniano» correndo meno rischi di provocare un’altra escalation.