Israele bombarda la Siria, raid su Damasco. Usa ed Europa: «Molto preoccupati»
Colpito il palazzo presidenziale. Netanyahu: «Stiamo operando per salvare i nostri fratelli drusi»
Un nuovo raid israeliano su Damasco ha preso di mira la sede dello stato maggiore delle forze siriane nella capitale, rendono noto i media israeliani dopo che il ministro della Difesa israeliano Israel Katz aveva anticipato una intensificazione dei bombardamenti se le forze siriane non si fossero ritirate da Sweida, la città a maggioranza drusa in cui sono in corso scontri. Colpito anche il perimetro del "Palazzo del Popolo", come viene chiamato il palazzo presidenziale, riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani.
Tre diversi testimoni hanno riferito all’agenzia Afp di aver udito una esplosione all’interno del complesso del Palazzo presidenziale su una collina che sovrasta Damasco, e di aver poi visto levarsi fumo dal sito, dopo il raid contro il quartier generale delle forze armate siriane.
Le forze armate israeliane affermano di aver "colpito un obiettivo militare nell’area del palazzo presidenziale del regime siriano a Damasco". Nel post suo social viene confermato anche che è stato colpito il quartier generale delle forze armate siriane.
Il premier Netanyahu
«Stiamo operando per salvare i nostri fratelli drusi», ha dichiarato il Premier Benjamin Netanyahu in un comunicato in cui si è appellato ai drusi israeliani di non passare il confine con la Siria, dopo che alcune centinaia di membri della comunità lo hanno fatto oggi. I militari dell’Idf sono stati dispiegati per farli tornare indietro e sono riusciti a bloccare i drusi siriani a entrare in Israele dal varco di Hader, nel sud della Siria, vicino a Majdal Shams, sulle Alture del Golan. Il leader spiriturale della comunità in Israele, Sheikh Muwaffaq Tarif, ha convocato una protesta nelle Alture del Golan, spiegando di essersi appellato a Netanyahu e al suo ministro della difesa Israel Katz per una azione contro il regime siriano.
Le reazioni
Gli Usa si sono detti «molto preoccupati» dagli attacchi israeliani in Siria: lo ha affermato il
segretario di stato Usa Marco Rubio. Anche la Francia ha espresso "profonda preoccupazione" per gli scontri che hanno provocato oltre 250 morti in Siria, solo negli ultimi tre giorni condannando con fermezza le "atrocità contro i civili". Lo ha riferito il portavoce del ministero degli Esteri chiedendo «l'immediata cessazione degli scontri e invitando tutte le parti coinvolte a fare il possibile per garantire la sicurezza dei civili, riportare la calma e promuovere la pace tra tutte le componenti della società siriana, in particolare tra i drusi e le altre comunità di Soueida».
Mercoledì scorso la presidenza siriana si era impegnata a “punire” gli autori degli abusi nella città di Soueida, a maggioranza drusa, dove le forze governative e i loro alleati sono stati accusati di esecuzioni sommarie da Ong, testimoni e gruppi drusi.
Pure la Turchia condanna i raid di Israele contro il quartier generale dell’esercito siriano, definendoli "un atto di sabotaggio". "Gli attacchi di Israele a Damasco, a seguito degli interventi militari nel sud della Siria, costituiscono un atto di sabotaggio contro gli sforzi della Siria per la sicurezza, la pace e la stabilità", si legge in una dichiarazione del ministero degli Esteri di Ankara.