Ucraina, che cosa succede dopo il vertice Trump - Putin? Le proposte in campo e gli scenari possibili
Gli esiti del vertice in Alaska
Mentre il conflitto in Ucraina sembra avvicinarsi a un possibile punto di svolta, emergono nuovi dettagli sulle dinamiche diplomatiche che coinvolgono Russia, Stati Uniti, Ucraina e Unione Europea.
Secondo quanto riportato dal Financial Times, Vladimir Putin ha posto una condizione netta per porre fine alla guerra: il ritiro delle forze ucraine dalla regione orientale di Donetsk. Il presidente russo avrebbe suggerito a Donald Trump che, in cambio, potrebbe congelare le altre linee del fronte, accettando quindi uno stop parziale alle ostilità.
Il presidente americano Donald Trump, dal canto suo, si prepara a un incontro cruciale con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, previsto per lunedì alla Casa Bianca. Fonti ucraine, citate dal New York Times, sottolineano come Zelensky intenda chiedere chiarimenti a Trump sulle sue dichiarazioni rilasciate dopo il vertice di Anchorage con Putin, in Alaska. Sorprendentemente, Trump sembra aver abbandonato la sua precedente richiesta di un cessate il fuoco immediato, preferendo sostenere un piano che prevede la cessione di territori ancora non occupati dai russi a Mosca, un’ipotesi che ha creato sconcerto e incertezza a Kiev. Resta inoltre poco chiaro quali garanzie di sicurezza la Nato sarà effettivamente in grado di offrire all’Ucraina nel prossimo futuro.
Il quadro si complica ulteriormente con la telefonata di questa mattina tra Zelensky, Trump e i leader europei e della Nato, durante la quale Trump ha aggiornato i partner occidentali sui negoziati in corso e sulla sua posizione favorevole a uno scambio territoriale, anziché a un immediato cessate il fuoco.
Sul versante europeo, a Bruxelles si registra un crescente ottimismo, pur con cautela. Fonti diplomatiche dell’Unione sottolineano che dopo il vertice di Anchorage le cose "sembrano muoversi velocemente" e che Trump ha mantenuto la sua promessa di non discutere direttamente dell’integrità territoriale ucraina, lasciando questa responsabilità a Zelensky. Un aspetto considerato “grande vittoria” è l’accordo sul coinvolgimento degli Usa nelle garanzie di sicurezza per Kiev, un impegno visto come un passo in avanti rispetto agli atteggiamenti più scettici manifestati a inizio anno.
Un funzionario europeo ha ribadito che l’Europa continuerà a dare priorità alla sicurezza dell’Ucraina, sottolineando la necessità di garanzie solide, credibili e a lungo termine, anche tramite il sostegno militare dei partner occidentali. Il lavoro concreto sul tema si sviluppa nelle cosiddette riunioni della “Coalizione dei Volenterosi”, una piattaforma di coordinamento tra diversi Stati membri Ue, la Nato e altre nazioni, con la partecipazione attiva del presidente del Consiglio Europeo, Antonio Costa.
In questo delicato momento, la diplomazia internazionale è chiamata a bilanciare pressioni politiche, esigenze di sicurezza e il difficile equilibrio tra integità territoriale e compromessi sul campo. La prossima settimana si annuncia dunque cruciale per definire se e come si potrà avviare una tregua duratura, in un conflitto che continua a segnare profondamente l’Europa e il mondo.