Kirk riporta la pace fra Trump e Musk. Il presidente: "Mi sei mancato"
Dopo mesi di tensione e di insulti, al funerale dell'attivista il tycoon e il suo First Buddy si sono riavvicinati
Charlie Kirk ha cercato per mesi di mettere pace fra Donald Trump e Elon Musk e alla fine ce l’ha fatta. Al suo funerale i due amici divenuti nemici hanno deposto l'ascia di guerra e si sono parlati. «Mi sei mancato», ha detto il presidente al suo First Buddy.
Il riavvicinamento arriva al termine di mesi di tensione e di insulti reciproci, durante i quali Kirk ha giocato il ruolo del mediatore. Pur schierato dalla parte di Trump, l’attivista ha sempre lodato il miliardario ritenendo la sua operazione per X la «migliore acquisizione dall’acquisto della Louisiana». L'esperta di lettura labiale Nicola Hickling ha ricostruito per il Daily Mail lo scambio fra Trump e Musk. «Come stai?», sono state le prime parole del tycoon mentre si stringevano la mano. "Mi hanno detto che volevi parlare. Proviamo a capire come tornare in carreggiata», ha aggiunto il presidente riferendosi agli screzi del passato. Quando Musk ha annuito, il tycoon si è lasciato andare in un «mi sei mancato». Il colloquio è durato alcuni minuti poi un Musk sorridente, tornato a tempo pieno alla guida delle sue società, si è congedato.
Alcune delle loro foto insieme sono state postate sia dalla Casa Bianca sia da Musk con la scritta «For Charlie». Il presidente e il suo ex first buddy erano legati all’attivista e lo hanno onorato durante il suo funerale allo State farm Stadium di Glendale, in Arizona, insieme ad altre migliaia di persone arrivate da tutta America per ricordare quello che era divenuto il loro punto di riferimento conservatore.
Il palco test per la corsa alle presidenziali di Rubio e Vance
La commemorazione è apparsa un assaggio di come potrebbe evolvere il movimento Maga: i funerali sono infatti stati il primo appuntamento in cui Trump non era il protagonista indiscusso. E anzi ha visto due due suoi potenziali eredi accolti dagli applausi del pubblico: da un lato il segretario di stato Marco Rubio, dall’altro il vicepresidente JD Vance. Tutti e due sono apparsi consapevoli che il palco allestito per Kirk era un primo test per una loro possibile corsa alle presidenziali del 2028.
Un Rubio determinato ed efficace è stato accolto dagli applausi scroscianti dei migliaia presenti. Oratore più sciolto, Vance ha conquistato la folla mischiando politica, fede e la forte amicizia che lo legava a Kirk. Ammettendo che probabilmente l’amministrazione Trump non sarebbe dove è ora se non ci fosse stato l’attivista, Vance ha concluso il suo intervento guardando avanti: «Hai fatto una bella gara, amico mio. Da qui in poi ce la faremo», ha detto. Prima delle presidenziali del 2028, il mondo Maga si trova ad affrontare il test delle elezioni di metà mandato. Tradizionalmente il partito del presidente in carica ne esce penalizzato, ma Trump è intenzionato a rompere anche questa tradizione. La Casa Bianca e tutto il partito repubblicano sono già in azione, ma per il 2026 non potranno contare su Kirk e, forse, sul suo esercito di giovani.
Un ruolo determinante lo potrebbe avere la Turning Point Usa fondata dall’attivista e ora guidata dalla moglie. Erika Kirk ha assicurato che il suo dolore si trasformerà in azione per quella causa conservatrice di cui il marito è un martire. Dalla scomparsa dell’attivista le donazioni all’associazione si sono moltiplicate e presto riprenderà anche il tour per i college americani perché - ha promesso la vedova Kirk - «non ci fermeremo, nel nome di Charlie». Per i repubblicani é indubbiamente una buona notizia: la speranza é che Errika Kirk diventi per le giovani donne conservatrici quello che il marito era per l’esercito di ragazzi che é riuscito a conquistare.