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LA PREMIER

Meloni: «Nessuna incrinatura nei rapporti con gli Usa». Ed è in linea con Trump: «L'Europa deve difendersi da sola»

Se in altre cancellerie la nuova strategia di politica estera americana e gli ultimi affondi di Donald Trump hanno creato preoccupazione, la presidente del Consiglio dà una lettura più soft nella sua intervista al Tg di La7

Paolo Cappelleri

05 Dicembre 2025, 23:26

Meloni: «Nessuna incrinatura nei rapporti con gli Usa». Ed è in linea con Trump: «L'Europa deve difendersi da sola»

Giorgia Meloni non vede «nessuna incrinatura» nei rapporti fra Stati Uniti ed Europa, e ribadisce che se il Vecchio Continente «vuole essere grande deve essere capace di difendersi da solo». Se in altre cancellerie la nuova strategia di politica estera americana e gli ultimi affondi di Donald Trump hanno creato preoccupazione, la premier dà una lettura decisamente più soft nella sua intervista al Tg di La7, ospite (a oltre un anno dall’ultima volta) di Enrico Mentana ventiquattro ore dopo Elly Schlein, in un confronto a distanza che diventerà un faccia a faccia, chiarisce la presidente del Consiglio, solo quando «le opposizioni diranno chi è il loro leader».

Il documento strategico pubblicato dalla Casa Bianca, «al di là dei toni assertivi», contiene dei giudizi sulla politica europea che in parte Meloni spiega di condividere. E indica, aggiunge, «qualcosa che nel dibattito fra Usa e Europa va avanti da molto tempo», parlando di quello «che alcuni di noi hanno avuto il coraggio di definire molto tempo fa un percorso storico inevitabile». Ossia che gli europei devono rimboccarsi le maniche in materia di difesa. «Quando appalti la sicurezza a qualcun altro devi sapere che c'è un prezzo da pagare - osserva la premier, facendo riferimento al vertice Nato in cui sono state aumentate le spese militari degli Stati -. Sappiamo che è un processo inevitabile ed è un’occasione per noi. Chiaramente la difesa ha un costo economico e produce una libertà politica».

L’inquilina di Palazzo Chigi conferma la sua sponda a Trump sulle crisi internazionali e minimizza le diverse spinte all’interno del proprio governo sul dossier Ucraina: «La linea è molto chiara dall’inizio, abbiamo sostenuto Kiev per costruire la pace. La pace non si costruisce con le buone intenzioni ma con la deterrenza. La linea del governo deve rimanere la stessa per costruire un percorso verso la pace». Non c'è spazio per le allusioni a filo-russi e filo-americani, e quando Mentana cita Matteo Salvini la premier ribadisce che all’interno della sua squadra ascolta tutti. «Noi siamo tutti filo-italiani», chiarisce, e sostenere il governo di Volodymyr Zelensky è nell’interesse nazionale, perché «rischiamo di pagare un prezzo molto più alto facendo una scelta diversa».

La scelta del riconoscimento dello Stato di Palestina, invece, resta legato alle due solite condizioni: «Il disarmo di Hamas e la certezza che non abbia un ruolo nella governance di Gaza. Gli sforzi italiani sono rivolti a implementare il piano di Trump, che è complesso ma è un’occasione che potrebbe non tornare». E il governo, assicura la premier, non è stato timido con Israele: «Siamo stati molto chiari in varie sedi, non ha il diritto di impedire la nascita di uno stato della Palestina o di favorire nuovi insediamenti per impedirlo».

 È uno dei temi su cui si misurerebbero le distanze più forti con Schlein in un eventuale confronto diretto. «Ho dichiarato varie volte la mia disponibilità a confrontarmi con il leader dell’opposizione, quando mi diranno chi è... Non mi infilo nelle loro dinamiche», l’affondo della presidente di FdI, che quando l'intervista vira sui temi interni è perentoria nell’assicurare che il referendum sulla giustizia «non è importante per il governo ma per gli italiani: tranquilli, comunque vada il governo rimane in carica fino alla fine della legislatura».

Un orizzonte entro cui spera anche di portare a termine il premierato: «Non è nel cassetto, è una riforma anche economica, perché dieci anni di instabilità ci sono costati 265 miliardi di interessi sul debito». La premier in tre anni si rimprovera qualche decisione che poteva essere presa «meglio», ma garantisce che «fisicamente» ha fatto il massimo. «Per come sono arrivata al governo, il mio vantaggio - spiega ancora - è che non devo dire grazie a nessuno che non siano i cittadini, posso rispondere solo a loro». E quando Mentana le fa notare che potrebbe rispondere anche ai giornalisti, la premier non ci sta: "Rispondo anche ai giornalisti, direttore. Anche questi sono falsi storici. Poi facciamo il conto delle domande a cui rispondo durante un anno».