LE TENSIONI INTERNAZIONALI
America First 2.0: la nuova dottrina di Trump allontana Washington dall’Europa. Il Cremlino applaude, l’Ue si interroga
Washington ricalibra la bussola della sicurezza nazionale: meno automatismi verso l’Europa, più “realismo flessibile” e dialogo con Mosca. A Doha, Donald Trump Jr indica che l’Ucraina potrebbe non essere più una priorità americana, mentre il Cremlino benedice la svolta.
Una sala del Doha Forum, luci fredde e telecamere accese. Quando Donald Trump Jr. scandisce che “l’America potrebbe anche andarsene” se sull’Ucraina non arriva un accordo, la platea trattiene il fiato. A migliaia di chilometri, a Mosca, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov sorride davanti alle telecamere: la nuova Strategia per la Sicurezza Nazionale di Washington è “largamente coerente” con la visione russa. Nel mezzo, Bruxelles e le capitali europee leggono e rileggono un documento che reinterpreta l’America First: meno automatismi di sostegno all’Europa, più richiesta di “farsi avanti”, più enfasi su un negoziato rapido per chiudere la guerra in Ucraina, e un ritorno alla retorica della Dottrina Monroe come perimetro della priorità strategica. È la geografia del potere nel 2025 che si muove, e lo fa in fretta.
Che cosa cambia davvero nella nuova Strategia Usa
La nuova Strategia per la Sicurezza Nazionale firmata dal presidente Donald J. Trump a inizio dicembre 2025 parla un linguaggio diverso da quello a cui erano abituati gli alleati europei. Il testo rivendica un “realismo flessibile” e segnala quattro passaggi cruciali: la scelta di perseguire con Mosca la “ri-stabilizzazione strategica” e un negoziato sulla guerra in Ucraina; il ridimensionamento dell’idea di sostegno automatico all’Europa, sostituito da un principio di condivisione onesta dei costi e delle responsabilità; la riaffermazione della priorità emisferica (eco della Dottrina Monroe) e della necessità di evitare che altre potenze dominino gli spazi vitali americani; un allarme duro sulla traiettoria del continente europeo, descritto come a rischio di “cancellazione civile” se non cambia politiche su migrazioni, regolazione e libertà di espressione.
Il documento, pubblicato dalla Casa Bianca a inizio dicembre 2025, è disponibile in archivio e riassume una ricalibratura: Washington non abbandona l’Europa, ma smonta l’idea che l’alleanza atlantica implichi un assegno in bianco. In controluce, si legge la convinzione che il sostegno debba essere misurato su interessi americani chiari e su un’autonomia europea finalmente tangibile. Questa impostazione è confermata da più fonti e dall’accesso al testo ufficiale.
L’applauso (insolito) del Cremlino
La reazione di Mosca è stata immediata e, per certi versi, sorprendente. Il portavoce Dmitry Peskov ha definito l’impostazione americana “in larga misura coerente” con la visione russa, sottolineando il favore per un approccio anti-conflittuale e di dialogo su temi strategici. Pur avvertendo che il cosiddetto “deep state” americano potrebbe mettersi di traverso, il Cremlino legge nella nuova strategia la possibilità di un canale negoziale più diretto, soprattutto sulla guerra in Ucraina. Valutazioni simili sono state riportate da agenzie e testate internazionali.
Lede di Doha: Trump Jr e il test per l’Europa
Sul palco del Doha Forum, Donald Trump Jr. – che non ha un incarico formale, ma è figura influente nell’ecosistema MAGA – ha spinto oltre il messaggio: per gli Stati Uniti, l’Ucraina “potrebbe non essere più una priorità” se non maturerà un accordo e se l’Europa non “si farà avanti”. L’intervento ha insistito su due idee: la percezione di corruzione a Kyiv e la richiesta di burden sharing reale, anche in termini militari e finanziari. Le sue parole hanno già innescato una scia politica, perché funzionano da cartina di tornasole dell’umore della base trumpiana e di parte dell’entourage del presidente.
Un’America meno “europea”: perché adesso
La dottrina America First versione 2025 si nutre di alcune convinzioni radicate nell’attuale Casa Bianca: l’Indo-Pacifico e il confronto con la Cina restano l’asse strategico primario, mentre l’Europa deve dimostrare di essere un asset e non un costo; la guerra in Ucraina va chiusa con un negoziato rapido, con garanzie di sicurezza per Kyiv e un ritorno alla stabilità strategica con Mosca; le regole Ue (dalla digital regulation al Green Deal) sono percepite come freno competitivo e come architettura di potere tecnocratico in collisione con la cultura politica americana attuale; la sicurezza nazionale non coincide più con il primato del Pentagono sul continente europeo, ma con la resilienza interna, la competizione tecnologica e una difesa dell’emisfero occidentale.
Queste linee emergono sia dal piano strategico ufficiale sia dalle prese di posizione dell’Amministrazione su temi come cybersecurity e governance del Consiglio di Sicurezza Nazionale nel 2025.
L’Europa al bivio
Per l’Unione europea la mossa americana è un trauma ma anche una verifica. Non è un caso che già a giugno 2025, al Vertice NATO dell’Aia, gli alleati abbiano innalzato l’asticella: spesa per la difesa al 5% del PIL entro il 2035 (con revisione nel 2029), una soglia impensabile fino a pochi anni fa. La nuova Strategia Usa offre una cornice coerente a quella scelta: se l’America arretra dai meccanismi automatici, l’Europa deve esibire capacità militari, industria della difesa e resilienza.
L’Ucraina tra colloqui e bombardamenti
Mentre Washington e Kiev parlano di negoziati “costruttivi ma non facili”, sul terreno si continua a morire per missili e droni russi. Il paradosso è questo: la diplomazia prende quota proprio mentre la pressione militare aumenta, in un gioco di leva che Mosca conosce bene. Nelle ultime ore, secondo fonti indipendenti, bombardamenti hanno colpito Chernihiv, Kremenchuk e l’area di Kharkiv, con vittime civili.
Nei contatti tra l’inviato americano e gli interlocutori ucraini, i nodi restano gli stessi: territori occupati, garanzie di sicurezza, centrale di Zaporižhja, tempi e forme di un’eventuale tregua. Ma il messaggio centrale della nuova strategia è che per Washington chiudere la guerra è un interesse core; e chiudere significa anche ridisegnare gli impegni americani nel teatro europeo.
Il significato di “civilizational erasure”: allarme o provocazione?
Tra i passaggi più controversi della strategia c’è il riferimento al rischio di “cancellazione civile” dell’Europa in 20 anni se non si corregge la rotta. Il testo collega il declino economico (quota europea sul Pil mondiale in calo), l’inverno demografico, l’iper-regolazione e la censura del dibattito pubblico. In controluce, c’è una critica diretta a politiche climatiche e digitali europee considerate “ideologiche”. Per i partner di Bruxelles, questa è una caricatura; per Washington, un campanello d’allarme che legittima il disimpegno automatico. La discussione è destinata a durare, ma i passaggi sono documentati nel testo e ripresi da media globali.
La scommessa (rischiosa) di Mosca
Perché il Cremlino saluta con favore la strategia americana? Per tre motivi: perché vede la possibilità di un negoziato che congeli linee di contatto a lui favorevoli; perché un’Europa che discute con Washington sugli automatismi è un’Europa meno compatta; perché nel lessico del documento c’è un riconoscimento implicito: la Russia non è più trattata solo come “minaccia esistenziale”, ma come potenza con cui ripristinare stabilità.
È una lettura utile a Mosca sul piano interno e internazionale. Ma attenzione: il Cremlino stesso ammette di temere il “deep state” americano e l’eventualità che alla retorica non seguano atti coerenti. E su questo punto la prudenza è d’obbligo.
Doha, Washington, Bruxelles: tre coordinate per la stessa domanda
La traiettoria che unisce Doha (il palco di Trump Jr), Washington (la nuova Strategia) e Bruxelles (le reazioni europee) disegna un cambio d’epoca: l’alleanza atlantica non è finita, ma cambia regole non scritte. Per l’Europa, il tempo della rendita strategica è chiuso; si apre quello della adultità geopolitica. Non basteranno comunicati o riunioni straordinarie: serviranno fabbriche, bilanci, formazione, ricerca, unità politica.