8 dicembre 2025 - Aggiornato alle 13:56
×

il dato

Italia sotto mazzetta: l’anno dei dossier, delle tangenti “a sportello” e dei numeri che non lasciano scampo

Dal Sud ai cantieri del Nord, l’atlante della corruzione raccontato da 12 mesi di inchieste: sanità, rifiuti, opere pubbliche e perfino morte e cittadinanze “facili”. Una fotografia che interroga politica, controlli e coscienza civica

Redazione La Sicilia

08 Dicembre 2025, 12:54

12:57

Italia sotto mazzetta: l’anno dei dossier, delle mazzette “a sportello” e dei numeri che non lasciano scampo

Alla vigilia della Giornata internazionale contro la corruzione, Libera ha messo in fila i fascicoli aperti tra il 1° gennaio e il 1° dicembre 2025: 96 inchieste, attivate da 49 procure in 15 regioni, con 1.028 persone iscritte nel registro degli indagati. È la nuova edizione del dossier “Italia sotto mazzetta”, fotografia annuale dell’anticorruzione possibile: in media, otto inchieste al mese. La cartina geografica racconta una distribuzione nitida: 48 indagini nel Mezzogiorno (isole incluse), 25 al Centro, 23 al Nord. Nel dettaglio regionale: Campania in testa con 219 indagati, poi Calabria (141) e Puglia (110); nel Nord guida la Liguria (82), seguita dal Piemonte (80). È la dimensione di un fenomeno che Libera definisce da tempo “patologia nazionale”.

Se i numeri raddoppiano rispetto alla rilevazione dell’anno precedente (48 inchieste, 588 indagati nel 2024), il segnale è duplice: da un lato l’azione di Procure e forze investigative è più incisiva, dall’altro la corruzione si è fatta più capillare, creativa, industriale.

Dove si annida la corruzione: sanità, rifiuti, opere pubbliche e pratiche d’ufficio

Sanità. È qui che la corruzione mostra, in modo quasi didascalico, la sua capacità di diventare sistema. A Palermo, un’indagine su gare per dispositivi e servizi ha portato a misure cautelari e a contestazioni su appalti per 130 milioni di euro; i magistrati parlano di “corruzione sistemica”. Poche settimane fa, un nuovo filone ha allargato il perimetro a 200 milioni di gare sospette. Non una devianza: un “comitato d’affari” capace di orientare procedure, bandi, esiti.

Rifiuti e ambiente. Il Rapporto Ecomafia 2025 di Legambiente segnala un aumento dei reati ambientali e mette in fila appalti “sensibili”: gestione dei rifiuti urbani, depurazione, autorizzazioni ambientali. Tra maggio 2024 e aprile 2025 le inchieste sugli illeciti ambientali censite sono 88 (+17,3% rispetto al 2023), con 862 persone denunciate: un terreno dove corruzione e malaffare si alimentano reciprocamente.

Opere pubbliche e licenze edilizie. È la frontiera più “classica”, ma sempre viva: dai micro-affidamenti sotto soglia alle autorizzazioni urbanistiche, la tangente torna strumento di accelerazione e selezione “privata” dell’interesse pubblico. In filigrana c’è l’effetto combinato di procedure più snelle e di controlli più sottili.

Pratiche “di sportello”: morte e cittadinanza. L’inchiesta napoletana sui falsi certificati di decesso mostra quanto anche i servizi più delicati possano trasformarsi in rendita corruttiva. E in Friuli l’indagine sulle residenze fittizie per ottenere la cittadinanza “iure sanguinis” (almeno 84 casi ricostruiti, sei le persone denunciate) racconta un canale parallelo e ben retribuito per “commercializzare” il passaporto italiano. Il Governo ha nel frattempo varato un “pacchetto cittadinanza” per contenere abusi e accelerare controlli centralizzati: misura che nasce anche dalla pressione di indagini come questa.

Il contesto che facilita le scorciatoie

L’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), nella sua relazione annuale presentata il 20 maggio 2025, ha lanciato un allarme molto concreto: nell’acquisto di servizi e forniture della Pubblica amministrazione nel 2024, gli affidamenti diretti sono stati circa il 98% del numero totale. Un uso massivo della deroga che, pur legittimo in alcuni contesti, allarga zone d’ombra, spinge a frazionamenti artificiosi e crea una “cintura” di importi tra 135 e 140 mila euro, a ridosso della soglia, dove gli affidamenti non concorrenziali sono più che triplicati rispetto al 2021. Un invito chiaro: rimettere il principio di concorrenza al centro, soprattutto con la spinta di PNRR e grandi opere.

Il tema non è astratto: nel solo comparto della ristorazione scolastica, ANAC ha stimato contratti per 5,7 miliardi nel quadriennio 2019-2022, con 19 operatori a detenere il 95% del valore. Un oligopolio di fatto che impone vigilanza sui prezzi e controlli di qualità e integrità delle gare, per evitare che il “piatto” della mensa diventi anche un banchetto per i faccendieri.

La mappa e i numeri: geografia di un Paese storto

I dati del dossier “Italia sotto mazzetta 2025” compongono una narrazione netta:

  1. 96 inchieste tra 1° gennaio e 1° dicembre 2025;
  2. 49 procure coinvolte in 15 regioni;
  3. 1.028 indagati;
  4. distribuzione: 48 indagini al Sud, 25 al Centro, 23 al Nord;
  5. tra le regioni, Campania prima con 219 indagati, Calabria 141, Puglia 110; al Nord guida Liguria con 82 e Piemonte con 80.

Numeri che, presi insieme, restituiscono l’idea di un fenomeno diffuso, spesso endemico nelle aree in cui la spesa pubblica si intreccia con emergenze sociali e infrastrutturali, ma che non risparmia il resto del Paese.

Un Paese che arretra nella percezione internazionale

Sul piano internazionale, l’Indice di Percezione della Corruzione 2024 di Transparency International assegna all’Italia un punteggio di 54/100 e la 52ª posizione su 180 Paesi, con un arretramento di 2 punti rispetto all’anno precedente e un 19° posto nell’Unione europea. Non è il “processo” a un singolo anno, ma la spia di una fatica sistemica: quando l’ago della bussola scende, significa che regole, controlli e fiducia non stanno tenendo il ritmo.

Perché il Sud pesa di più? E perché il Nord non può dirsi al riparo

È un errore ridurre la mappa della corruzione a una questione di latitudine. Il Mezzogiorno pesa, sì, per volumi e numero di inchieste: dove la spesa pubblica è strumento di coesione e sviluppo, appalti e permessi diventano leve per la mediazione illecita. Ma le cronache di Liguria e Piemonte (in testa nel Nord per indagati) ricordano che infrastrutture, porti, cantieri e università sono ambienti ad alta vulnerabilità ovunque, se le garanzie si allentano e la concorrenza arretra. I numeri 2025 di Libera aiutano a leggere queste dinamiche senza pregiudizi geografici.