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SIENA

“Quel corpo non cade da solo”: la nuova simulazione che rimette in discussione la morte di David Rossi

Una ricostruzione digitale, basata su un manichino virtuale calibrato sulla corporatura di Rossi e su software aggiornato, sostiene che la dinamica della precipitazione è incompatibile con un gesto volontario. E riapre lo scontro con la “superperizia” di Sapienza-Ris del 2022.

Alfredo Zermo

08 Dicembre 2025, 17:25

“Quel corpo non cade da solo”: la nuova simulazione che rimette in discussione la morte di David Rossi

Era quasi buio nel vicolo alle spalle di Rocca Salimbeni quando il corpo di David Rossi è apparso nell’inquadratura: il braccio sinistro sollevato, il destro lungo il fianco, il busto che non sfiora il muro. Da allora, da quel 6 marzo 2013, raccontare la sua caduta ha significato scegliere un linguaggio: quello del “suicidio”, per le procure che hanno archiviato; o quello del “delitto”, per chi non si rassegna al vuoto delle risposte. Oggi, un terzo linguaggio — quello della fisica computazionale — entra in scena con una nuova simulazione forense che sostiene: “David non si è lasciato cadere”. Una conclusione che, se confermata in sede giudiziaria, sposterebbe l’asse di un caso simbolo della nostra cronaca nera.

Un manichino virtuale “a misura di David”: perché è importante

Per la prima volta da quando è morto, secondo una nuova consulenza, sarebbe possibile sostenere con una prova scientifica alla mano che David Rossi non si sarebbe suicidato, ma che sarebbe stato ucciso. La ricostruzione presentata in esclusiva televisiva stasera da Le Iene nel servizio di Marco Occhipinti e Roberta Rei, parte da un presupposto metodologico semplice e cruciale: il corpo simulato deve “essere” Rossi, non un modello generico. Gli ingegneri forensi hanno quindi creato un manichino antropomorfo virtuale con le misure reali del manager, ricavate — spiegano — da dati 3D della TAC eseguita in occasione della riesumazione, e lo hanno fatto cadere in un ambiente digitale riprodotto “millimetro per millimetro”, dal selciato al pozzetto accanto al quale il corpo fu rinvenuto. Il risultato dichiarato è una sovrapposizione con il video reale di circa il 95% dei punti-chiave del movimento.

Secondo l’ingegnere forense Giuseppe Monfreda, “dal punto di vista meccanico David è stato trattenuto e poi lasciato”: la traiettoria compatibile con le immagini di sorveglianza non prevederebbe contatti con il muro, né urti dei polsi contro il davanzale che dovrebbero invece prodursi se una persona, protesa all’esterno e aggrappata alla sbarra, decidesse all’improvviso di mollare la presa. Mancano, osservano i tecnici, i segni coerenti con tale scenario.

Il nodo del software

Il cuore del contrasto con la “superperizia” del 2022 firmata dai Carabinieri del Ris con il supporto del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale de La Sapienza è tecnologico oltre che interpretativo. All’epoca, i consulenti dell’Arma indicarono come dinamica “più compatibile” un gesto anticonservativo: Rossi che, cosciente, s’aggrappa con entrambe le mani alla barra di protezione interna, punta ginocchia e piedi, e infine si lascia precipitare “a candela”. Una tesi argomentata anche con simulazioni digitali.

Gli autori della nuova analisi ribattono su due fronti. Primo: la versione del programma di dinamica utilizzata nel 2022 sarebbe stata la 3.0, già superata dalla 5.0, priva — dicono — della possibilità di “animare” movimenti complessi prima dell’urto (come l’atto volontario di lasciarsi cadere da una presa). Secondo: sarebbero emerse criticità sulla disponibilità e sull’uso della licenza. La loro contro-simulazione è stata realizzata con una release più recente (citano la 6.0) e con manichino tarato sulle misure di Rossi, non su un “modello standard”. È su questa base che affermano l’ipotesi alternativa: “trattenuto da terzi e poi rilasciato”.

Al netto della terminologia — per chiave di lettura e non per sentenza — il punto è metodologico: nella biomeccanica forense, la fedeltà del modello e la corretta rappresentazione dell’interazione tra corpo e ambiente sono decisive. Se in una simulazione le braccia restano sempre parallele e il corpo perennemente “a candela”, mentre nel video reale un braccio è alto e l’altro aderente al fianco, la divergenza va spiegata. Gli ingegneri sostengono di averla colmata, incrementando la plausibilità fisica della ricostruzione. Spetterà a magistrati e periti terzi verificarla con la necessaria replicabilità.

Le nove ferite “che non tornano” e il corpo che non tocca il muro

Un tassello che pesa nel mosaico è medico-legale. La stessa commissione parlamentare della scorsa legislatura, richiamando i consulenti nominati, registrò l’esistenza di nove lesioni non compatibili con il solo meccanismo di precipitazione: tra queste, allo zigomo sinistro, alla bozza frontale destra, al labbro e al padiglione auricolare. Lesioni ritenute “retrodatabili” fino a 12-24 ore prima della caduta e non autoinferte, al netto delle cautele rese necessarie dai limiti tecnici delle analisi eseguibili. È un dato che, pur non confutando da solo la tesi del gesto volontario, ha continuato ad alimentare il dubbio di una colluttazione precedente.

La nuova simulazione, dal canto suo, sottolinea un altro dettaglio: il corpo di Rossi non sfiora il muro, coerentemente con l’assenza di abrasioni sugli abiti dovute a strisciamento. Se ci fosse stata una spinta autonoma “di allontanamento” dopo essersi tenuto alla sbarra, sostengono gli ingegneri, l’urto dei polsi sul davanzale avrebbe generato un impulso che avrebbe “riattaccato” il corpo alla facciata, modificando traiettoria e punto d’impatto.

Che cosa disse la “superperizia” Sapienza–Ris del 2022

Il rapporto tecnico presentato nel luglio 2022 dai Ris e illustrato dal comandante dell’epoca, colonnello Sergio Schiavone, concluse che la dinamica più compatibile fosse quella del gesto anticonservativo: Rossi sarebbe rimasto appeso alla barra interna e si sarebbe lasciato andare rivolto verso il palazzo. Gli accertamenti medici, inoltre, ritennero “scientificamente solida” l’esclusione di una narcotizzazione, descrivendo lesioni coerenti con l’impatto al suolo di persona cosciente che cerca di proteggersi con le gambe. Ma gli stessi consulenti segnalarono punti rimasti oscuri, tra cui proprio le nove ferite non spiegate dalla caduta.

È su questo discrimine che si misura oggi la nuova ricostruzione: non una polemica “accademica” fra software, bensì una diversa lettura fisica dell’assetto del corpo in volo e del suo rapporto con la scena. In assenza — è bene ribadirlo — di una verità processuale definitiva sulla dinamica.

Come sarebbe andata

L’ingegner Monfreda spiega che la configurazione più coerente sarebbe un’altra: «Abbiamo ipotizzato che David venga trattenuto da due persone e poi rilasciato. Si vede proprio che David, durante la caduta è distante dal muro e cade poi nella posizione in cui viene ritrovato adiacente a quel tombino che poi noi vediamo là in basso, ed è quella più verosimile per arrivare a questa soluzione che ha dei margini di compatibilità del 95%. (...) Con dei software di elaborazione forense abbiamo sovrapposto sia il video della videosorveglianza sia il video della simulazione e vediamo che il corpo del manichino simulato è proprio sovrapposto al corpo di David Rossi nel video».

Ed è proprio alla luce di questo lavoro che conclude: "David Rossi non si è suicidato. È stato trattenuto e poi rilasciato. Ci sono tutte le condizioni meccaniche per dimostrarlo. David Rossi è stato ucciso".

La figlia

Di fronte a questa ricostruzione, Carolina Orlandi, figlia della moglie di David. guardando le immagini della nuova perizia si lascia andare ad uno sfogo personale: "La nostra famiglia è saltata per aria. E chi ha sbagliato festeggia il Natale con i suoi cari. Mia madre no". Eppure, mantiene una speranza: "che questa volta la verità, supportata da una ricostruzione replicabile, non possa più essere ignorata". Infine, conclude: "Noi come famiglia chiediamo la riapertura delle indagini per omicidio, non a Siena ovviamente, che penso abbia fatto fin troppi errori fino ad arrivare a questo punto, quindi spero che ci sia una procura coraggiosa, che si prenda carico di tutte le risultanze che sono venute fuori e che apra un’indagine per omicidio".