la storia
Gli oleandri bruciati possono essere letali? Il caso dei 74 bovini morti nel Padovano
Per la prima volta in letteratura scientifica viene documentato come può risultare mortale non solo per ingestione, ma anche per inalazione
Settantaquattro bovini trovati senza vita nello stesso momento nel Padovano, in modo improvviso e senza una causa apparente. Scattano le verifiche e, dopo ore di sopralluoghi e analisi, la drammatica conferma: gli animali sono stati uccisi dall’inalazione dei fumi sprigionati dalla combustione di rami di oleandro in un terreno confinante con l’allevamento.
Per la prima volta in letteratura scientifica viene documentato che l’oleandro può risultare mortale non solo per ingestione, ma anche per inalazione; un caso così inedito da meritare un approfondimento su una rivista internazionale di alto profilo.
L’episodio è tra i più inattesi affrontati dai veterinari dell’Ulss 6 Euganea, che domani si riuniranno con i medici a Piove di Sacco in occasione della Plenaria 2025 del Dipartimento di Prevenzione. La vicenda è esplosa in una domenica mattina: un allevatore ha contattato il Servizio veterinario dell’Ulss 6 Euganea segnalando che oltre un terzo dei suoi 205 capi da ingrasso erano morti all’improvviso.
Le squadre sono intervenute tempestivamente, avviando accertamenti a campione e scongiurando l’ipotesi di una patologia infettiva. Poi il tassello decisivo: secondo la testimonianza del proprietario, erano stati bruciati rami di oleandro; complice la bassa pressione atmosferica, il fumo sarebbe penetrato nella stalla, causando difficoltà respiratorie al bestiame. La distribuzione delle carcasse, in maggior numero proprio vicino al punto di ingresso del flusso d’aria proveniente dall’area di bruciatura, ha rafforzato l’ipotesi.
Anche un familiare dell’allevatore, accorso subito dopo, ha manifestato gli stessi sintomi ed è stato trasportato in ospedale, dove è stato dimesso a poche ore di distanza per il miglioramento del quadro clinico.
“La tossicità della pianta di oleandro è ben nota – sottolinea il dottor Anselmo Ferronato, direttore del Servizio Veterinario Sanità Animale – ma neanche i libri di tossicologia riportano problematiche dovute all’esposizione al fumo derivato dall’oleandro. Abbiamo così coinvolto l’Università degli Studi di Padova per approfondire il caso. Sono stati quindi svolti esami autoptici su alcuni animali morti e diversi esami di approfondimento. Con la collaborazione di diversi laboratori infine si è confermato quanto ipotizzato: dagli esami istologici si sono visti danni compatibili con intossicazione da oleandrina e la stessa molecola è stata ritrovata in diversi organi.”
Il fascicolo clinico e i risultati delle analisi, condivisi con più centri di laboratorio, hanno dunque certificato la correlazione tra l’esposizione ai fumi dell’oleandro e la morte degli animali. Un caso destinato a fare scuola per le implicazioni nella gestione del rischio in ambito zootecnico e ambientale.