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il fatto

Cos’è il glioblastoma e perché è così difficile da trattare: ruolo dei marcatori molecolari e terapia emergenti

Tra numeri spietati e nuove speranze: la radio‑chemioterapia per una continua lotta

Laura Mendola

12 Dicembre 2025, 15:52

Cos’è il glioblastoma e perché è così difficile da trattare: ruolo dei marcatori molecolari e terapia emergenti

Un intervento chirurgico alla testa

Il glioblastoma è un tumore cerebrale maligno primario ad altissima aggressività. Cresce e si infiltra nel tessuto cerebrale, rendendo spesso impossibile un’asportazione completa. Lo “standard of care” combina radioterapia e temozolomide (TMZ), con benefici che dipendono anche da fattori molecolari come lo stato di metilazione del promotore Mgmt o l’assetto Idh. Nei glioblastomi Idh-wild type e con marcatori sfavorevoli, la risposta alla TMZ può essere scarsa. Le statistiche, pur migliorate negli anni, restano spietate: la sopravvivenza mediana si assesta spesso tra 14 e 15 mesi nelle coorti trattate con radio-chemioterapia; le sopravvivenze a 5 anni per gli adulti sono intorno al 5-7%. Accanto alle cure standard, sono in uso o in studio approcci come bevacizumab, Tumor Treating Fields (TTFields), LITT (laser interstitial thermal therapy), brachiterapia “a piastrelle” e, soprattutto, trial clinici di immunoterapia e terapie mirate.

I numeri che contano: statistiche, limiti e spiragli

Parlare di numeri nel glioblastoma è necessario, ma richiede cautela. L’American Brain Tumor Association ricorda che si tratta del tumore cerebrale maligno più comune e, insieme, tra i più ostici: la sopravvivenza media resta nell’ordine di 14-15 mesi con le migliori combinazioni attuali; l’American Cancer Society stima per il glioblastoma tassi a 5 anni che per gli adulti scendono in media sotto il 10%, con forti variazioni per età, sede e profilo molecolare. Studi storici hanno mostrato il vantaggio di temozolomide in combinazione con radioterapia, e ricerche più recenti hanno esplorato estensioni di trattamento e nuove combinazioni. Nel frattempo, sul fronte della ricerca traslazionale, si moltiplicano le sperimentazioni su Car‑T multi-bersaglio, vaccini e approcci di immunoterapia combinata: risultati spesso incoraggianti ma temporanei, con la sfida centrale della durabilità della risposta. Sono spiragli, non promesse: ma sono gli spiragli a cui si aggrappa chi sceglie di lottare.