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il caso

La lingua dei segni come voce della democrazia che rischia di svanire

La Casa Bianca ha respinto le richieste di garantire interpreti in lingua dei segni americana (Asl) durante le conferenze stampa di Donald Trump

Redazione La Sicilia

13 Dicembre 2025, 07:51

La lingua dei segni come voce della democrazia che rischia di svanire

La vicenda che coinvolge la Casa Bianca e la richiesta di garantire l’interpretazione in lingua dei segni americana (ASL) durante le conferenze stampa del presidente Donald Trump e della portavoce Karoline Leavitt solleva questioni di grande rilievo sul piano dei diritti civili e della comunicazione politica. L’amministrazione, attraverso gli avvocati del Dipartimento di Giustizia, ha sostenuto che la presenza di interpreti in ASL interferirebbe con la prerogativa del presidente di controllare l’immagine che intende trasmettere al pubblico. Si tratta di un’argomentazione insolita, che mette al centro non tanto il diritto all’informazione dei cittadini, quanto la gestione dell’immagine politica.

Gli attivisti, e in particolare la National Association for the Deaf, hanno contestato questa posizione, sottolineando come i sottotitoli e le trascrizioni non possano sostituire l’interpretazione in lingua dei segni, che rappresenta la forma di comunicazione naturale per la comunità sorda. Negare tale servizio equivale, di fatto, a escludere una parte della popolazione dall’accesso diretto e immediato alle dichiarazioni del presidente, creando una barriera che contrasta con i principi di inclusione sanciti dalle leggi federali anti-discriminazione.

Il giudice distrettuale Amir Ali ha colto con chiarezza questo punto, affermando che la questione non riguarda semplicemente la discrezionalità della Casa Bianca, ma il rispetto delle norme approvate dal Congresso. Con il suo ordine, ha imposto all’amministrazione di garantire l’interpretazione in tempo reale, respingendo l’idea che soluzioni parziali come i sottotitoli possano essere considerate sufficienti. La sua decisione evidenzia come l’accessibilità non sia un optional, ma un diritto fondamentale che deve essere tutelato anche nelle più alte sedi istituzionali.

In prospettiva più ampia, questa vicenda mette in luce il conflitto tra la volontà di controllare la comunicazione politica e l’obbligo di garantire pari opportunità di accesso all’informazione. La democrazia si fonda sulla partecipazione di tutti i cittadini, e ciò implica che le istituzioni debbano farsi carico delle esigenze delle persone con disabilità, non relegandole a soluzioni di seconda mano. L’argomento della Casa Bianca appare dunque debole, perché privilegia l’immagine rispetto ai diritti, e rischia di trasmettere un messaggio di esclusione.

In conclusione, il caso dimostra come l’accessibilità sia un terreno di confronto non solo tecnico, ma profondamente politico e culturale. Garantire l’interpretazione in Asl non significa alterare l’immagine del presidente, bensì rafforzare la credibilità delle istituzioni, mostrando che esse sono davvero al servizio di tutti i cittadini. È proprio in scelte come questa che si misura la qualità di una democrazia inclusiva.