19 dicembre 2025 - Aggiornato alle 10:56
×

Stati uniti

«Caccia finita a Salem»: il sospetto della strage alla Brown e dell’omicidio al MIT trovato morto in un deposito

Un ex studente portoghese di Brown e volto noto in certi ambienti accademici riemerge come protagonista oscuro di due delitti che hanno scosso Providence e Boston. La polizia lo rintraccia in un deposito del New Hampshire: un colpo d’arma da fuoco, autoinflitto, mette fine a una fuga durata pochi giorni e a due indagini intrecciate

Redazione La Sicilia

19 Dicembre 2025, 09:23

09:24

«Caccia finita a Salem»: il sospetto della strage alla Brown e dell’omicidio al MIT trovato morto in un deposito

La serranda metallica «n. 214», fredda e immobile, è l’unica cosa che separa gli agenti federali dalla fine di una caccia all’uomo che ha tenuto il Nord-Est americano col fiato sospeso per quasi una settimana. Quando finalmente si solleva, nel deposito di Salem (New Hampshire), il racconto di due città – Providence e Brookline – si ricompone in un’unica, brutale sequenza: dentro quella cella di Extra Space Storage, secondo gli inquirenti, giace il corpo di Claudio Manuel Neves Valente, 48 anni, cittadino portoghese, ex dottorando in fisica a Brown University tra la fine degli anni ’90 e l’inizio dei 2000. Sul pavimento, due pistole. Sul torace, la ferita di un colpo d’arma da fuoco che, stando alla polizia, si è inferto da solo. La fuga è finita; le domande – le più importanti – restano.

Due scene del crimine, un unico sospetto

Secondo la ricostruzione delle autorità, Neves Valente è il principale sospettato della sparatoria di massa avvenuta il 13 dicembre 2025 all’interno del complesso di ingegneria e fisica di Brown University, a Providence (Rhode Island): un’aula affollata per la revisione d’esame, una 9 mm, almeno 40 colpi esplosi, due studenti uccisi e altri nove feriti. Due giorni più tardi, il 15 dicembre, a Brookline (periferia di Boston), viene assassinato nella propria abitazione il fisico portoghese Nuno F. G. Loureiro, 47 anni, professore di Fisica e Nuclear Science and Engineering al Massachusetts Institute of Technology (MIT), direttore dal 2024 del Plasma Science and Fusion Center.

Le indagini dimostrano che i due si erano incrociati molti anni fa: entrambi avevano frequentato, in periodi in parte sovrapposti, il corso di fisica all’Instituto Superior Técnico di Lisbona tra la seconda metà dei ’90 e il 2000. Da lì, strade divergenti. Loureiro costruisce un profilo scientifico di primo piano internazionale – plasmi, riconnessione magnetica, fusione –, entra al MIT nel 2016, guida il centro sulla fusione, diventa Herman Feshbach Professor of Physics. Neves Valente, invece, passa a Brown come dottorando intorno al 2000-2001, poi scompare quasi del tutto dai radar accademici. In mezzo, lunghi anni di silenzi e spostamenti non ancora chiariti. Dal 2017, risulta titolare di una green card come residente permanente legale negli Stati Uniti.

La traccia di un’auto grigia e la soffiata che cambia tutto

La svolta arriva quando un cittadino – indicato in documenti investigativi come “John” – collega alcuni incontri inquietanti avuti il 13 dicembre con un uomo che gli pare somigliare al fuggitivo ripreso nei frame diffusi dalla polizia. Pubblica un messaggio su Reddit, poi contatta gli investigatori: segnala una Nissan grigia con targa Florida, notata mentre procedeva a bassa velocità nelle strade adiacenti a Thayer Street e Waterman Street nei giorni precedenti alla strage. È l’innesco di un lavoro capillare: Flock Safety, la rete di lettori automatici di targhe, consente di risalire a un noleggio a Boston e, da lì, al contratto intestato a Claudio Manuel Neves Valente.

Gli inquirenti ricostruiscono i movimenti: dopo la sparatoria a Brown, il sospetto avrebbe guidato fino a Brookline, ucciso Loureiro, cambiato targa al veicolo – passando a una targa del Maine per confondere le ricerche – e infine si sarebbe rifugiato in un deposito a Salem (NH). Quando le squadre speciali entrano con mandato federale la sera del 18 dicembre, trovano Neves Valente senza vita, con al seguito la tracolla che compare nei video del campus e due armi da fuoco. Il capo della polizia di Providence, il colonnello Oscar L. Perez Jr., parla di un’operazione costruita con “lavoro sul campo, collaborazione del pubblico e vecchia scuola investigativa”, coordinata con FBI, ATF, US Marshals e le autorità di Rhode Island, Massachusetts e New Hampshire.

Le vittime di Brown e un campus ferito

Nel bilancio dell’attacco a Brown, l’università e i media locali identificano i due studenti uccisi: la sophomore dell’Alabama Ella Cook e il first-year di origini uzbeke Mukhammad Aziz Umurzokov. Altri nove studenti risultano feriti; diversi restano ricoverati in condizioni stabili nei giorni successivi. La presidente di Brown, Christina Paxson, cancella gli esami finali, anticipa la fine del semestre e invita la comunità a usufruire dei servizi di supporto psicologico. È una decisione che riflette non solo il lutto, ma anche la frattura di fiducia nelle procedure di sicurezza universitaria: i corridoi del vecchio edificio Barus & Holley – come confermano le autorità – non coprono ogni angolo con telecamere, e la sequenza dell’assalto non è stata ripresa integralmente.

Il profilo di Nuno F. G. Loureiro

Per la comunità scientifica, l’omicidio di Nuno Loureiro è uno shock. Portoghese di Viseu, classe 1977, tre figli, Loureiro aveva legato il proprio nome alla fisica dei plasmi, alla riconnessione magnetica, ai fenomeni che governano il comportamento della materia surriscaldata nei reattori a fusione e nelle esplosioni solari. Aveva fatto ricerca al Princeton Plasma Physics Laboratory, al Culham Centre for Fusion Energy nel Regno Unito, all’Instituto Superior Técnico di Lisbona. A MIT dal 2016, direttore del PSFC dal 2024, docente apprezzato e vincitore di premi internazionali, Loureiro viene raggiunto da più colpi d’arma da fuoco nella sua casa di Gibbs Street a Brookline la sera del 15 dicembre; muore nella notte tra 15 e 16 dicembre in ospedale. MIT lo ricorda in una nota ufficiale: un mentore generoso, uno scienziato rigoroso, un leader che ha rafforzato il ponte tra fisica fondamentale e ingegneria.

Che cosa sappiamo del movente

È il punto più fragile dell’intero quadro. Al momento, le autorità parlano apertamente di mancanza di un movente noto. Non risultano rivendicazioni, né manifesti ideologici riconducibili a Neves Valente. L’ipotesi di un legame personale o professionale con Loureiro resta una pista – data la comune origine accademica in Portogallo negli anni ’90 – ma nulla, per ora, la corrobora oltre le coincidenze biografiche. Fonti investigative sottolineano elementi di pianificazione – il cambio di targhe, l’uso accorto del telefono e di pagamenti non riconducibili direttamente al suo nome – che suggeriscono un soggetto determinato a eludere il tracciamento più che a “comunicare” un messaggio. Sul tavolo ci sono gli esiti delle perizie balistiche per capire se la stessa arma sia stata usata in entrambi i delitti e se i bossoli recuperati a Providence e Brookline raccontino la stessa storia. Fino a prova contraria, prudenza.

Il filo investigativo: dagli appelli dell’FBI al portellone del deposito

Nelle ore successive alla sparatoria di Providence, l’FBI – Boston Division pubblica un identikit sommario del sospetto, diffonde immagini e video catturati nella zona, annuncia una ricompensa fino a 50.000 dollari per informazioni utili all’identificazione e all’arresto. Gli investigatori raccolgono decine di filmati privati dai residenti; mappano gli spostamenti del sospetto con una street map diffusa pubblicamente; incrociano i dati di telecamere cittadine e lettori di targhe. Nel frattempo, viene fermato e poi rilasciato un uomo in un altro Stato – una falsa pista chiarita in tempi rapidi dopo il confronto balistico.

La segnalazione dell’utente di Reddit “John” – la descrizione della Nissan con targa Florida, il “gioco del gatto e del topo” tra i due lungo l’isolato – si dimostra decisiva: risalendo al noleggio e alla documentazione acquisita, la polizia ottiene nome e parametri del sospetto, riconosce nella tracolla e nell’abbigliamento gli indizi che combaciano con le immagini di Brown, imbocca una pista finalmente solida. Giovedì 18 dicembre, la convergenza di indizi porta gli agenti a Salem: un mandato federale consente l’accesso alla cella del deposito dove Neves Valente si è rintanato e – stando alle autorità – si è tolto la vita. Nella conferenza stampa serale, il procuratore generale del Rhode Island Peter Neronha parla di “pezzi che combaciano”. “Abbiamo ancora lavoro da fare – dice il capo dell’FBI Boston – ma la minaccia immediata è cessata”.

La politica entra in scena: lo stop (temporaneo) alla lotteria delle green card

Il profilo migratorio di Neves Valente – entrato negli USA con visto studentesco nei primi anni 2000 e divenuto permanent resident nel 2017 attraverso la Diversity Immigrant Visa (la cosiddetta “lotteria delle green card”) – accende il dibattito nazionale. Nelle ore successive al ritrovamento, l’amministrazione federale annuncia la sospensione del programma DV: una “pausa” decisa dal Dipartimento per la Sicurezza Interna e comunicata dalla segretaria Kristi Noem su indicazione del presidente Donald Trump. La misura – di natura amministrativa – è destinata a sollevare ricorsi e a essere testata nei tribunali, dato che la Diversity Visa è istituita per legge dal Congresso e prevede fino a 50.000 visti l’anno, con procedure di vetting e interviste consolari già esistenti. Nei dati riferiti dai media, i beneficiari portoghesi nel 2025 sarebbero stati poche decine. La sospensione, dunque, ha soprattutto un valore politico e simbolico immediato; l’effettiva portata normativa dipenderà dagli atti formali e dai contenziosi che seguiranno.