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Lo show

Benigni da Fazio: «La guerra va abolita, l’Europa è l’ultima casa dei diritti. Le armi finiscano in un museo»

L'attore fiorentino trasforma il salotto tv in una tribuna civile: l’attacco alla guerra, la critica a Trump e Musk, la difesa dell’Europa unita e della Costituzione

Laura Mendola

21 Dicembre 2025, 23:06

Benigni da Fazio: «La guerra va abolita, l’Europa è l’ultima casa dei diritti. Le armi finiscano in un museo»

Standing ovation lunghissima, applausi a scena aperta e un ingresso “di corsa, come un bambino fuori dalla macchina”. Roberto Benigni torna ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa, sul Nove, e conquista ancora una volta il pubblico con il suo entusiasmo contagioso, la leggerezza ironica e riflessioni profonde su fede, pace, amore e politica.

«Sei consapevole di essere Roberto Benigni?», lo incalza Fazio. La risposta è una delle sue: «Mi trovo bene. Ho provato a essere Sophia Loren ma mi trovo bene così. Sono la persona più normale del mondo».

Benigni ripercorre l’esperienza di Pietro. Un uomo nel vento, lo spettacolo trasmesso in prima serata su Rai1 il 10 dicembre, che ha registrato grandi ascolti ed è ora diventato anche un libro per Einaudi. «Quando ti vogliono bene rimani sempre impressionato – dice – è stata una cosa bellissima. Devo ringraziare il Vaticano che ci ha accolto nei giardini segreti del Papa. Era un’idea che veniva da Papa Francesco».

Un racconto appassionato quello dell’incontro con Pietro, figura che Benigni dice di aver “scoperto e amato”: «Mi sono innamorato di lui, era un ragazzo, una persona incredibile. Ho scoperto cose straordinarie». E ricorda con emozione la proiezione dello spettacolo vista insieme a Papa Leone XIV: «Arriva il Papa vestito da Papa, ha un’aura enorme, semplice e gentile. È rimasto Papa per tutto il tempo. Mi ha detto che La vita è bella era uno dei suoi film preferiti e io gli ho risposto che era uno dei miei quattro papi preferiti».

Tra una battuta e l’altra, Benigni apre una riflessione più ampia sulla spiritualità e su Sant’Agostino, che definisce il suo autore prediletto: «Ha scritto Le Confessioni, su cui si è formata tutta la cultura dell’Occidente. Dice cose incredibili: “Datemi castità e continenza, ma non subito”. E ancora: “Nutre la mente solo ciò che la rallegra”. Il grande segreto del cristianesimo è la gioia». E cita una delle frasi più celebri del santo: «Ama e fai ciò che vuoi».

Il discorso si sposta poi sull’attualità. «C’è un grande bisogno di parlare d’amore oggi – afferma – perché quando si ama, l’amore torna indietro». E sulla guerra Benigni è netto: «Le armi dovrebbero stare in un museo. La guerra non va umanizzata, va abolita. Non è solo malvagia, è una volgarità immensa. Nella nostra Costituzione c’è scritto che l’Italia ripudia la guerra: dovrebbe esserci in tutte le costituzioni».

Non manca una stoccata politica. «Di Trump ci vorrebbero quaranta minuti», dice sorridendo. «Ha potere e vuole diventare sempre più ricco, Musk è ricco e vuole potere. Entrambi vogliono dividere l’Europa». E difende con forza il progetto europeo: «L’Europa è la cosa più grande del mondo. Qui sono rimasti i diritti, la democrazia. Ci invidiano, per questo non ci sopportano. Saremmo immensi se ci federassimo, invece restiamo piccoli staterelli».

Tra ironia e poesia civile, Roberto Benigni conferma ancora una volta la sua capacità unica di unire spettacolo, cultura e impegno, lasciando il pubblico – in studio e a casa – con un lungo applauso e una riflessione aperta sul presente.