le idee
Da diva del cinema a paladina degli animali
Nel 1973 a Saint-Tropez disse addio al cinema e scelse un’altra vita
Saint-Tropez, 1973. Una capretta destinata allo spiedo durante una comunione di paese. Un set cinematografico. Un’attrice nel pieno del suo splendore. Quel giorno Brigitte Bardot disse addio al cinema e scelse un’altra vita. Un gesto che per molti sembrò un capriccio, ma che nel tempo si è rivelato un atto di straordinaria coerenza e coraggio. Perché quella donna dai capelli biondi e dallo sguardo che aveva sedotto il mondo stava per trasformarsi nella figura che tutti hanno poi conosciuto nell’ultimo mezzo secolo: la paladina degli animali, la voce ribelle di chi non ne ha.
L’ultimo set fu il film Colinot l’alzasottane (1973) e fu allora che una donna del villaggio dove si svolgevano le riprese le annunciò che la capra presente nelle riprese sarebbe stata mangiata durante una festa. Lei non ci sta. Compra l’animale e lo porta con sé, legato a una corda, nella suite di un hotel a cinque stelle. È la goccia che fa traboccare il cuore. "Quel giorno ho deciso di smettere con il cinema e di aiutare gli animali", confesserà poi.
Aveva 39 anni. Era nel fiore della carriera. Eppure, rinunciò a tutto. In quel gesto c'era già tutto il fuoco della Bardot che sarebbe venuta: impulsiva, passionale, irriducibile. Ma anche lucida nel suo disprezzo per un mondo che glorificava l’apparenza e ignorava la sofferenza invisibile degli esseri senzienti. Oggi la Fondazione conta oltre 200 dipendenti e 600 delegati sul territorio, è riconosciuta dallo Stato francese e vanta tra i suoi membri onorari persino il Dalai Lama. Eppure, per decenni Bardot è stata derisa, ignorata, attaccata. "All’inizio mi ridicolizzavano - ha detto - ma non mi sono mai arresa. Sì, mi sento una pioniera".
Le sue battaglie sono numerose: contro la corrida, contro i mattatoi industriali, contro la Festa del cane di Barjols, che definiva "una pagliacciata disgustosa". E non ha risparmiato parole dure nemmeno alla società dei consumi, al disinteresse generalizzato verso la sofferenza animale, alla distruzione dell’ambiente da parte dell’uomo.
La sua è stata una voce scomoda, spesso tagliente, sempre passionale. Ha criticato governi, abitudini, culture, attirandosi nemici e critiche, ma mai scendendo a compromessi. "Ho dato la mia bellezza agli uomini. Ora do la mia saggezza agli animali". È una frase che riassume tutto. Il senso della metamorfosi. Il passaggio da sex symbol a simbolo etico. Brigitte Bardot ha restituito senso alla parola "fama", rendendola servizio. Ha sfidato un mondo costruito sull'ego scegliendo la compassione come bussola.