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Il giallo di madre e figlia morte per una intossicazione alimentare: le (poche) risposte arrivate dalle autopsie fiume

Sette ore in obitorio, indagini a 360 gradi, alimenti e farine sequestrate: l’inchiesta non esclude nemmeno un avvelenamento da parte di terzi. In attesa degli esami tossicologici, cinque medici sono indagati

Alfredo Zermo

31 Dicembre 2025, 17:49

Pietracatella, il giallo che inquieta il Molise: autopsie fiume senza risposte sulla morte di madre e figlia

La tovaglia di Natale è ancora piegata in un angolo della cucina. I barattoli di sott’olio allineati sul ripiano, le vongole svuotate, un sacchetto di farina prelevato dal granaio. È da quella casa di Pietracatella – paese di pietra e vento in provincia di Campobasso – che riparte il lavoro degli inquirenti dopo una giornata di accertamenti interminabile: all’obitorio del Cardarelli le autopsie su Sara Di Vita e sua madre Antonella Di Ielsi sono durate circa sette ore, ma non hanno dato una causa di morte. Tutto resta aperto, perfino l’ipotesi di un avvelenamento da parte di terzi. A sciogliere i nodi dovranno essere gli esami chimici e tossicologici già disposti.

Un paese sospeso tra dolore e domande

Nel borgo, dove i numeri della vita quotidiana sono piccoli e tutti si conoscono, il dolore ha la concretezza dei passi rallentati in piazza e delle saracinesche abbassate. A morire, tra la sera del 27 dicembre e il mattino del 28 dicembre 2025, sono state una madre di 50 anni e una figlia di 15; a star male anche il padre, trasferito allo Spallanzani di Roma, mentre la figlia maggiore non ha accusato sintomi. Gli accessi in Pronto soccorso erano stati più d’uno, con dimissioni e un quadro clinico precipitato con “rara rapidità”, hanno spiegato i sanitari. La Procura di Campobasso ha aperto un fascicolo: fra gli indagati ci sono cinque medici – tra Pronto soccorso del Cardarelli e Guardia Medica di Campolieto – per accertare eventuali responsabilità nelle prime fasi di assistenza. Un atto tecnicamente “dovuto” in vista degli accertamenti irripetibili.

Autopsie-marathon senza verità: cosa sappiamo, cosa no

  1. Le autopsie, eseguite dai consulenti della Procura Benedetta Pia De Luca e Francesco Battista Laterza, si sono chiuse senza un responso. Non emergono lesioni o segni univoci; serviranno i profili tossicologici completi per attribuire una causa di morte. Presenti anche i consulenti delle parti e il capo della Squadra Mobile di Campobasso, Marco Graziano.
  2. Gli inquirenti non privilegiano alcuna pista: da una possibile contaminazione di alimenti o conserve a tossine non batteriche, fino – con estrema cautela – a un avvelenamento riconducibile a terzi.

In pratica, il cantiere degli accertamenti resta aperto: si attendono report incrociati da più laboratori e istituti, con tempi tecnici non brevissimi.

Che cosa è stato sequestrato

Gli agenti della Squadra Mobile hanno passato al setaccio l’abitazione di Pietracatella. Sono stati posti sotto sequestro barattoli, conserve, sott’oli, farine, cereali e resti dei pasti natalizi – inclusi gusci di vongole recuperati dai rifiuti – per un totale di diverse tipologie di alimenti. In alcune comunicazioni ufficiali è stato specificato anche il sequestro di 19 campioni alimentari, tra cui la polenta. Il materiale è destinato a analisi all’Istituto Zooprofilattico e in altri laboratori di riferimento.

La “pista farina” e la disinfestazione nel granaio

Fra le ipotesi circolate e messe a verbale, c’è quella di una contaminazione di farina con topicida, in relazione a una recente disinfestazione nel granaio di famiglia. Gli inquirenti hanno acquisito anche quei sacchi. È doveroso sottolinearlo: si tratta di una pista di lavoro, non di una conclusione. L’eventuale presenza di anticoagulanti o altre molecole tipiche dei rodenticidi dovrà essere provata dagli esami; al momento non c’è alcuna conferma ufficiale.

La cena della Vigilia non è l’unico tassello

Nei primi giorni si è parlato molto della cena della Vigilia a base di pesce e molluschi, cui avrebbero partecipato più persone rimaste però illese. Proprio questo elemento – sottolineano fonti investigative – suggerisce prudenza nel considerarla “centrale”. Le analisi includono comunque anche gli alimenti consumati il 24 dicembre (vongole, cozze, seppie, baccalà, funghi confezionati) e altri pasti delle stesse 48 ore. Resta in piedi l’ipotesi di una tossinfezione non batterica o di un’esposizione chimica, compatibile con l’andamento fulminante del quadro clinico.

Le domande sul percorso sanitario e i 5 indagati

La Procura – guidata dal procuratore che ha parlato di massimo impegno investigativo – ha iscritto nel registro cinque medici per le ipotesi di omicidio colposo plurimo e, a vario titolo, lesioni colpose e responsabilità sanitaria. Secondo l’Asrem (l’azienda sanitaria regionale del Molise), al momento i protocolli sarebbero stati rispettati, le dimissioni “condivise con i familiari” vista la natura aspecifica dei sintomi; il punto verrà chiarito dagli atti. La sequenza degli accessi in Pronto soccorso è oggetto di ricostruzione minuziosa con acquisizioni di cartelle cliniche e referti.

Chi erano le vittime e come sta la famiglia

La prima a peggiorare è stata Sara, studentessa del liceo classico a Campobasso: in poche ore l’insufficienza epatica è diventata una cascata di eventi fino al multiorgano. Poche ore dopo, un decorso analogo ha travolto Antonella, 50 anni. Il padre, Gianni Di Vita, ex sindaco del paese, è stato trasferito allo Spallanzani e risulta in condizioni stabili/in miglioramento; la figlia maggiore non ha avuto sintomi. In paese l’amministrazione ha annullato gli eventi natalizi e proclamato il lutto per il giorno dei funerali.

Perché il botulino non convince e quali tossine si stanno cercando

Gli indizi emersi in ospedale – la rapidità del collasso epatico, l’interessamento multiorgano, l’assenza di sintomi in altri commensali – hanno già fatto tramontare la pista del botulino. La batteriemia classica da conserve mal gestite non si sposa con i tempi di esordio e la tipologia dei disturbi descritti. L’attenzione si concentra su possibili tossine o sostanze chimiche in grado di agire sul fegato in modo massivo: dalle amatossine dei funghi velenosi ad agenti chimici accidentali, fino a molecole di uso domestico o agricolo. Solo i pannelli tossicologici completi permetteranno di dire una parola definitiva.

La linea sottile tra fatalità e responsabilità

Pietracatella oggi trattiene il fiato. Le sette ore in sala settoria senza risposte sono un promemoria doloroso: la verità medico-legale è fatta di tempi tecnici, di referti che devono combaciare come in un puzzle. In mezzo c’è una famiglia devastata, una comunità che chiede spiegazioni e un sistema sanitario chiamato a dimostrare di aver fatto il possibile. Le indagini a tutto campo – dalla dispensa al granaio, dalle cartelle cliniche ai vetrini di laboratorio – diranno se quella linea sia stata varcata da una sfortunata concatenazione di eventi, da un errore, o da una mano esterna. Per ora, resta scritto solo ciò che le carte certificano: nessuna pista è esclusa, e la causa della morte di Sara e Antonella è ancora senza nome.