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La storia di Giulia Schiff: cacciata dall'Aeronautica perché denunciò il nonnismo, ora combatte per l'Ucraina

La sua vicenda è stata portata alla ribalta in questi giorni da «Le Iene» che stanno realizzando con la giovane pilota veneziana

Redazione La Sicilia

23 Marzo 2022, 12:55

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L'ex pilota dell’Aeronautica militare italiana, Giulia Schiff, dall’inizio della guerra è a Kiev per combattere come volontaria nelle Forze Speciali della Legione Internazionale in Ucraina. Ed è l’unica donna del gruppo. La sua storia è stata portata alla ribalta in questi giorni da «Le Iene» che stanno realizzando con la giovane pilota veneziana un reportage che durerà finché sarà in missione. La prima parte andrà in onda questa sera mercoledì 23 marzo, in prima serata su Italia 1. 

L’allieva dell’Accademia di Pozzuoli che aveva denunciato più volte, anche ai microfoni della trasmissione, di essere stata vittima di mobbing e nonnismo, durante il suo "battesimo del volo" - secondo quanto riporta il programma di Italia 1 - non ha rinunciato al sogno di poter aiutare il prossimo, decidendo di partire per unirsi ai soldati giunti da tutto il mondo nelle terre del conflitto.

Nonostante sia stata espulsa dall’Aeronautica Militare, dopo una lunga battaglia legale arrivata a conclusione pochi mesi fa quando il Consiglio di Stato respinse il suo ricorso mettendo fine alla sua carriera di pilota, la 23enne non si è mai arresa e non ha mai voluto rinuncia al suo sogno.

L'ex allieva ufficiale pilota nel 2019 aveva denunciato di essere stata vittima di atti di nonnismo, con un "battesimo del volo", vicenda per la quale sono sotto processo otto sergenti del 70° Stormo dell'Aeronautica di Latina, per lesioni personali pluriaggravate in concorso. Dopo il Tar del Lazio, anche il Consiglio di Stato le ha dato torto, dichiarando infondato il suo ricorso contro l'espulsione dalla forza armata e condannandola anche al pagamento delle spese processuali.

«Inattitudine militare e professionale»: questa la motivazione del provvedimento che l'Aeronautica aveva emesso a conclusione del suo corso di formazione e le aveva notificato nel 2019. Una decisione che la giovane, che ha 23 anni ed è originaria di Mira (Venezia), aveva guardato da subito con sospetto. Le era apparsa una ritorsione per non aver "condiviso" le pratiche in uso dopo il conseguimento del brevetto di pilota: quel battesimo del volo che a lei era toccato nell'aprile del 2018.  

Secondo l'accusa mossa dalla procura militare agli otto sergenti sotto processo, la ragazza dopo essere stata sollevata da terra e tenuta ferma per le gambe e le braccia era stata colpita con violenza sul fondoschiena con  fustelli di legno, le era stata fatta urtare la testa contro una semiala e infine era stata gettata in piscina. Una sequenza immortalata in un video in cui si sente lei urlare "mi fate male" e piangere e singhiozzare.  

A riprova che l'espulsione era il frutto di un atteggiamento vessatorio nei propri confronti  Schiff, attraverso i suoi difensori, aveva fatto notare ai giudici amministrativi che nessuna azione disciplinare era intervenuta nei confronti degli autori delle lesioni, mentre erano aumentate le sanzioni  che i superiori avevano infilitto a lei. Ma non ha convinto i magistrati. Se già i giudici del Tar del Lazio avevano ritenuto questa un' '"affermazione apodittica non supportata da alcun concreto elemento probatorio", anche la Seconda sezione del Consiglio di Stato ha escluso "volonta' ritorsive" dietro l'espulsione. E i giudici di Palazzo Spada hanno anche voluto segnare un confine, rimarcando che i «fatti oggetto di accertamento nell'ambito di un procedimento penale non possono essere assunti acriticamente come certi nel giudizio amministrativo».