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L'omicidio di Giulia Tramontano, in aula i messaggi e i vocali tra lei e Impagnatiello: in lacrime la madre della vittima

Al Palazzo di giustizia di Milano vanno in scena le chat della coppia nei giorni prima del delitto

Redazione La Sicilia

11 Aprile 2024, 14:27

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Le chat tra Giulia Tramontano e Alessandro Impagnatiello vanno in scena nell’aula del Palazzo di giustizia di Milano dove è in corso il processo che vede alla sbarra l'ex barman per l’omicido della compagna e del figlio Thiago che portava in grembo. Il capitano dei carabinieri Gianluca Bellotti, alla guida della sezione che si occupa delle indagini telematiche e ha estratto i messaggi dal cellulare dell’imputato, ricostruisce lo scambio via whatsapp a partire dal 9 maggio del 2023, quando mancano meno di tre settimane al delitto avvenuto a Senago.

La scoperta di un rossetto nell’auto del compagno e il silenzio di lui portano a troncare una storia che non la rende felice. "E' stato un piacere Ale" tronca Giulia il 9 maggio del 2023 e il giorno successivo la 29enne aggiunge "ognuno per la propria strada". Inutile il tentativo di Impagnatiello di recuperare. "Accetta la mia decisione e chiudiamo il discorso, non sono felice e vorrei ritrovare la mia tranquillità" scrive lei il 25 maggio chiedendo così di essere lasciata in pace. "Non voglio vivere una vita vicino a una persona sbagliata" è il senso delle parole che la quasi mamma pronuncia verso il compagno che la tradisce.

"Saluta Thiago lo vedrai dal binocolo" è il tenore di un altro messaggio che anticipa la fine della coppia, prima dell’incontro tra la vittima e l’altra donna dell’imputato.

L’ultimo messaggio di Giulia è delle ore 18.30 del 27 maggio scorso ed è lapidario: "Fatti trovare". I messaggi successivi, Giulia è scomparsa ma in realtà è già morta, sono mandati da Impagnatiello per "costruirsi" un alibi e fingere una preoccupazione che non c'è. "Dicci solo che stai bene" oppure, "Dici solo che sei fuggita in qualche paese lontano per buttare giù tutto. Solo questo, ti prego", scrive alla sua 'Baby' alle ore 19.07 del 29 maggio.

«Mi ha raccontato tutto, delle cose assurde». Sono queste invece le ultime parole di Giulia Tramontano,
inviate a un’amica in un messaggio vocale il 27 maggio 2023, poche ore prima che il compagno Alessandro Impagnatiello la uccidesse. L’audio, in cui la 29enne raccontava dell’incontro con la donna con cui il fidanzato aveva una relazione parallela, è stato fatto sentire stamani in aula. «Di tutto mi ha
raccontato. Sono scioccata dalla vita che conduceva, dalle cose che ha fatto e mi ha detto». Quando è stata fatta partire la voce della figlia, la mamma Loredana, presente al processo con il marito Franco, è scoppiata in lacrime.

Le ricerche

Il cellulare di Impagnatiello svela anche le ricerche che seguono il femminicidio: il 27 maggio l’ex barman cerca con il cellulare "ceramica bruciata vasca da bagno" oppure "ceramica bruciata vasca", un dato importante per l’accusa visto il tentativo di bruciare il corpo della 29enne. Ma le ricerche svelano anche "trovare imei ipad", "disconnettere dispositivo whatsapp web2 o ancora 2invio programmato whatsapp" a indicare, forse, un tentativo di sviare le indagini.

E il 31 maggio, proprio mentre i carabinieri cercano con il luminol le macchie nella sua auto, il 31enne cerca "rimuovere macchie candeggina", "rimuovere macchie di sangue" e "rimuovere macchie". Un’attività investigativa a cui Impagnatiello assiste come "una persona fredda, non agitata, collaborante" spiega il capitano Bellotti. Solo in serata, quando viene rimandato a casa, il suo "atteggiamento è meno freddo, ha avuto quasi come un piccolo crollo nelle sue espressioni facciali, come se avesse capito che fossimo a conoscenza di tutta la realtà" conclude il testimone.

L'interrogatorio

Alessandro Impagnatiello sarà interrogato in aula il prossimo 27 maggio, esattamente un anno dopo l’omicidio avvenuto nell’appartamento della coppia a Senago, in provincia di Milano.

La Corte di Assise ha poi fissato un’udienza per il 23 dello stesso mese, quando saranno sentiti gli ultimi testimoni dell’accusa, e il 10 giugno per quelli della difesa.

Nella seconda parte dell’udienza di oggi è stata ascoltata anche la testimonianza di una vicina di casa, che ai tempi abitava al piano di sopra della palazzina di via Novella a Senago. Rispondendo alle domande del pm Alessia Menegazzo e dell’aggiunto Letizia Mannella, la teste ha spiegato di aver visto della «cenere» fuori dall’appartamento della coppia il giorno dopo l’omicidio. Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, l’imputato ha infatti tentato per due volte di bruciare il corpo di Giulia, prima nella vasca da bagno e poi in garage.