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Autista sequestra studenti e incendia bus: «Basta morti nel Mediterraneo»

Di Redazione |

Milano – Sequestro di persona, strage, incendio e resistenza. Sono i reati al momento ipotizzati nei confronti di Ousseynou Sy, l’autista 47enne italiano ma di origini senegalesi che nei pressi di San Donato ha dirottato un bus con bordo 51 ragazzini di una scuola media di Crema, fortunatamente salvi, e ha annunciato di volersi uccidere per “fermare le morti nel Mediterraneo». Anche se non è ancora formalmente aperto un fascicolo, le indagini sono coordinate dal pm di Luca Poniz, ora sul posto per i rilievi.

L’uomo ha compiuto il gesto per protestare contro scelte del governo italiano: “Vanno fermate le morti nel Mediterraneo, ora da qui non scende nessuno”. L’autista dopo aver sequestrato la scolaresta, ha incendiato il bus sulla strada provinciale 415 che collega Pantigliate a San Donato Milanese, in provincia di Milano.

«Ci ha ammanettati e ci minacciava. Diceva che se ci muovevamo, versava la benzina e accendeva il fuoco. Continuava a dire che le persone in Africa muoiono e la colpa è di Di Maio e di Salvini. Poi i carabinieri ci hanno salvati». Questo è il racconto di una ragazzina che era sul bus.

«Ci ha preso i telefoni ma un compagno è riuscito a tenerlo. Eravamo ammanettati con le fascette da elettricista. Ci diceva che non succederà niente e ogni volta minacciava di versare la benzina», ha detto uscendo dalla palestra dell’Istituto Margherita Hack un’altra delle ragazzine sequestrate. La zia di un’altra delle alunne che erano sul bus, Elisabetta, ha raccontato che la nipote le ha riferito «che il sequestratore ha detto agli insegnanti di legare i bambini, ha sequestrato tutti i telefoni». «Ha detto anche che voleva andare a Linate», ha confermato la donna. «Ora i bambini – ha concluso – sono più tranquilli di noi».  

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