5 dicembre 2025 - Aggiornato alle 15:59
×

Garlasco, in sms cugina di Chiara Poggi: "Mi sa che abbiamo incastrato Stasi"

Il Settimanale Giallo pubblica messaggio a un amico di Paola Cappa

Redazione La Sicilia

15 Maggio 2025, 15:45

1747316702_0c2291d89ea21493f273

"Mi sa che abbiamo incastrato Stasi". È uno dei 280 messaggi che sarebbero agli atti della nuova indagine della Procura di Pavia sull'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nell'agosto 2007 a Garlasco e per il quale l'allora fidanzato Alberto Stasi ha quasi finito di espiare una condanna a 16 anni di reclusione. A riportare questo whatsapp inviato a un amico e attribuito a Paola Cappa sorella gemella di Stefania, le cugine di Chiara mai indagate, è il settimanale Giallo.

In un servizio sull'inchiesta riaperta a carico di Andrea Sempio, la rivista pubblica anche una foto, postata da Paola sui social nel 2013, di piedi con calze a quadretti e in mezzo un'impronta a pallini, simile a quella repertata ai tempi nella villetta di Garlasco con la frase: "Buon compleanno sorellina". Si cita, inoltre, una storia Instagram di Stefania in cui appare un bambino tra biciclette e la scritta "Fruttolo", che il settimanale collega al vasetto delle stesso yogurt rinvenuto nell'immediatezza del delitto in casa Poggi, e che gli inquirenti pavesi faranno analizzare per cercare di individuare impronte e Dna. Ci sono anche le intercettazioni dell'epoca in cui Paola, al telefono con la nonna, si sfoga per il disagio per l'ospitalità data ai genitori di Chiara, che in quel momento non avevano più casa poiché era sotto sequestro.

Intanto si allarga il pool di magistrati della Procura di Pavia che indagano di nuovo sul delitto di Chiara Poggi.
Come si evince dal decreto che ieri ha portato i carabinieri a perquisire l’abitazione di Sempio, quella dei genitori e quella degli amici che con lui frequentavano casa Poggi, Mattia Capra e Roberto Freddi, oltre al procuratore aggiunto Stefano Civardi e alla pm Valentina De Stefano si è aggiunta la collega Giuliana Rizza. L’ipotesi di tale potenziamento della squadra di inquirenti è legata alla delicatezza delle indagini e alla mole di attività da coordinare: una marea di documenti ed elementi raccolti nella precedente indagine, alcuni dei quali non valorizzati, e probabilmente una serie di indizi nuovi, su cui c'è riserbo, e su cui inquirenti e investigatori punterebbero.

Per questo ieri sono stati sequestrati pc, telefoni vecchi e nuovi, appunti, diari, fotografie e tutto quanto può servire «a ricostruire i rapporti tra la vittima, l’indagato e la sua cerchia di amici» le sue «abitudini di vita all’epoca dei fatti, la frequentazione di casa Poggi, e ogni altro elemento utile a collocare l’indagato sulla scena del crimine in eventuale concorso con terzi». Uno scenario diverso da quello finora acclarato con una sentenza passata in giudicato, e che ieri ha portato a dragare un canale a Tromello, comune non molto lontano da Garlasco, nei pressi della casa ora abbandonata di proprietà della nonna delle gemelle Paolo e Stefania Cappa, cugine di Chiara, a caccia dell’arma mai trovata del delitto: lì sono stati rinvenuti alcuni oggetti tra cui un martello che è ora al vaglio di investigatori e pm.
Le ricerche si sono concentrate in tre punti ben precisi individuati in base a due testimonianze che tirano in ballo Stefania Cappa, che non è mai stata indagata.