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In Italia scatta l'allarme West Nile: cos'è il virus trasmesso dalle zanzare che ha già fatto una vittima nel Lazio

Sette in tutto i casi registrati nella regione laziale. Il Ministero della Salute sta monitorando con attenzione la situazione

Redazione La Sicilia

20 Luglio 2025, 15:09

West Nile Virus

epa03367655 A handout image made available on 22 August 2012 from the Centers for Disease Control showing a Culex quinquefaciatus female mosquito feeding on human blood. This species is a known vector for West Nile Virus. The female C. quinquefasciatus mosquito is known as one of the many arthropodal vectors responsible for spreading the West Nile virus to human beings through their bite when obtaining a blood meal. Mosquitoes of the Culex species lay their eggs in the form of egg rafts that float in still or stagnant water. The mosquito lays the eggs one at a time sticking them together in the shape of a raft. An egg raft can contain from 100 to 400 eggs. The eggs go through larval and pupal stages and feed on micro-organisms before developing into flying mosquitoes. The CDC is reporting that there have currently been 1,100 cases of West Nile Virus reported in the US in 2012, more than ever reported at this point in the year since the virus was first recorded in the US in 1999. EPA/JIM GATHANY / CENTERS FOR DISEASE CONTROL / HANDOUT HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

«Tra i primi casi del virus West Nile del 2025, 7 sono stati registrati anche nella regione Lazio, tra cui un decesso. L’andamento epidemiologico è in linea con gli altri anni. Il ministero della Salute monitora costantemente la situazione in stretto raccordo con la Regione Lazio e in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, il Centro Nazionale Sangue e Centro Nazionale Trapianti». Lo afferma in una nota Maria Rosaria Campitiello, Capo del Dipartimento di Prevenzione del Ministero.

«Sono state attivate tutte le misure previste dal Piano Nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi 2020-2025 con il supporto del Gruppo Operativo Arbovirosi», precisa Campitiello.
La malattia è trasmessa all’uomo dalla puntura di zanzara (più frequentemente del tipo Culex) e non si trasmette da persona a persona tramite contatto con persone affette. La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo.

Il virus della famiglia dei Flaviviridae fu isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, appunto nel distretto West Nile da cui prende il nome: è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America.

I serbatoi del virus, spiega l’Istituto superiore di sanità, sono gli uccelli selvatici e le zanzare, le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza. La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette. Il virus infetta anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli e altri. La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150) e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale.

Sul fronte della prevenzione, non esiste un vaccino per la febbre West Nile. Attualmente sono allo studio dei vaccini, ma per il momento la prevenzione consiste soprattutto nel ridurre l'esposizione alle punture di zanzare. Pertanto è consigliabile proteggersi dalle punture ed evitare che le zanzare possano riprodursi facilmente usando repellenti e indossando pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto; usando delle zanzariere alle finestre; svuotando di frequente i vasi di fiori o altri contenitori con acqua stagnante; cambiando spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali; tenendo le piscinette per i bambini in posizione verticale quando non sono usate.
Non esiste una terapia specifica per la febbre West Nile. Nella maggior parte dei casi, i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno o possono protrarsi per qualche settimana. Nei casi più gravi è invece necessario il ricovero in ospedale, dove i trattamenti somministrati comprendono fluidi intravenosi e respirazione assistita.