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Famgilia Gugliotta, ‘giustizia è morta’

Di Redazione |

TORINO, 14 DIC – “Speravo che qualcosa potesse cambiare, resterà tutto come prima. Lo Stato italiano ci ha gettato un’altra volta nella disperazione”. Carmela Caruso, vedova di Maurizio Gugliotta, commenta così la sentenza della Cassazione che ha confermato la condanna a 12 anni per Khalid De Greata, il 28enne di origini nigeriane che nell’ottobre 2017 ha ucciso il marito 51enne al mercato di libero scambio di Torino. Sulla pena, “lieve” per i famigliari della vittima, ha pesato la seminfermità mentale riconosciuta all’imputato, in base alla quale è stata esclusa l’aggravante dei futili motivi. “Sono amareggiata, delusa dallo Stato italiano. Qualche anno in più di reclusione non ci avrebbero restituito mio marito, ma sarebbe stato un segnale importante. Questo Stato invece ci ha rigettato nella disperazione: l’assassino se la caverà con 12 anni, io mio marito l’ho perso per sempre”. “La giustizia in Italia è un sogno lontano – dice il figlio maggiore della vittima, Daniele – il mio orgoglio di essere italiano è morto”.

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