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Coronavirus, c’è la sesta vittima in Italia E’ stato contagiato al pronto soccorso di Lodi

Di Redazione |

E’ morto all’ospedale Sacco di Milano un ottantenne di Castiglione d’Adda risultato positivo al Coronavirus. Giovedì scorso era stato portato dal 118 all’ospedale di Lodi per un infarto, stesso giorno in cui era arrivato il 38enne che è stato il primo paziente risultato positivo al virus. L’ottantenne è stato ricoverato in rianimazione e poi, risultato positivo al virus, trasferito al Sacco di Milano dove è deceduto.

Regione Lombardia ha invece smentito che ci sia stata una vittima agli Spedali civili di Brescia.

Il Commissario per l’emergenza Angelo Borrelli ha anche aggiornato i numeri dei contagi che sono arrivati a 219 i contagiati.

«Non c’è nessuno senza assistenza sanitaria e senza il supporto della protezione civile» ha voluto assicurare Borrelli, auspicando che «con le misure prese si possa limitare il contagio». Quanto allo scenario che si prefigura per le prossime settimane, il capo della Protezione Civile ha parlato di un «criticità che però è gestita in modo ordinato e senza problemi», in modo da non creare ulteriori disagi ai cittadini».

I dati relativi alla Lombardia sono di 167 casi, di cui 163 sono i positivi e 4 i deceduti. La regione Emilia Romagna ha 18 contagiati, il Piemonte ha 4 contagiati, 2 casi sono stati esclusi a seguito di ripetute analisi e sono risultati negativi, la regione Lazio ha 3 positivi di cui uno dimesso, gli altri due sono la coppia di cinesi ricoverati allo Spallazani.

In totale, dei 213 casi positivi che non sono nè deceduti nè guariti, 99 sono ricoverati con sintomi negli ospedali, 23 si trovano in terapia intensiva e 91 sono in isolamento domiciliare non avendo sintomi particolari.

Intanto il ministro della Salute Roberto Speranza, che si trova nella sede della Protezione civile con il commissario Borrelli, il premieri Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha detto no a iniziative unilaterali spiegando che si sta approntando un coordinamento unico nazionale con le regioni. «È indispensabile che ci sia un solo centro di coordinamento per la gestione dell’emergenza in cui siano pienamente coinvolte tutte le regioni e con la guida del nostro coordinamento scientifico. Così sta funzionando, come dimostrano le ordinanze firmate nella giornata di ieri. Non servono scelte unilaterali di singoli territori».

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