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Coronavirus, i medici italiani come i vigili del fuoco dell’11 Settembre: 2629 contagiati

Di Manuela Correra |

ROMA Hanno ormai raggiunto una percentuale più che doppia rispetto alla Cina. Sono i medici e gli infermieri contagiati dal nuovo coronavirus in Italia, che hanno toccato quota 2.629, mentre i decessi accertati tra i camici bianchi sono ad oggi sette. Dito sempre puntato contro la carenza di Dispositivi di protezione individuale Dpi, a partire dalle mascherine. E all’indomani dell’indicazione del Comitato tecnico scientifico di eseguire tamponi a tutti i sanitari in prima linea, proprio sulla questione tamponi le Regioni vanno in ordine sparso.

I contagi tra sanitari sono pari all’8,3% dei casi totali, secondo una rielaborazione della Fondazione Gimbe. Il «numero di sanitari infetti – afferma il presidente Gimbe Nino Cartabellotta – è enorme. Procedure e Dpi sono ancora inadeguati». Tanto che l’intersindacale dei sindacati medici ha diffidato oggi le aziende sanitarie minacciando azioni legali. Ed intanto aumentano i decessi tra i medici. Un elenco con i loro nomi sarà pubblicato e aggiornato sul portale della Federazione degli Ordini dei medici, che resterà listato a lutto. L’ultimo caso oggi: è morto il segretario della Federazione dei medici di Medicina generale di Lodi, Marcello Natali. Aveva 57 anni.

Altro fronte è quello dei test con tampone. Alcune aziende sono pronte a riconvertirsi per produrli a fronte della maggiore domanda, ha annunciato il presidente di Confindustria Dispositivi medici Massimiliano Boggetti, sottolineando che potrebbero già essere operative in 10 giorni. Dopo l’indicazione di estenderlo a tutti i sanitari più a rischio perchè a diretto contatto con malati di Covid-19, le politiche regionali in materia continuano però a differire anche se gli esperti ribadiscono che il test va utilizzato in modo mirato. Il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro, nella conferenza stampa alla Protezione civile, ha ribadito che «in questo momento sono i nostri comportamenti l’arma decisiva, più che i test».

Un esempio arriva anche da Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute e rappresentante italiano all’Oms: «Anche in Corea del Sud, paese citato spesso come esempio nella strategia usata per i tamponi, il virus viene cercato sempre nelle persone sintomatiche».

Da Regione a Regione, tuttavia, varia la strategia sul come incentivare l’uso dei tamponi per arginare il flusso dei contagi. La Toscana ha annunciato una campagna di screening sierologico con 500mila test del sangue, per individuare la risposta degli anticorpi al Coronavirus, ed eventualmente procedere al tampone. Cinquantadue sindaci della Città Metropolitana di Milano hanno invece indirizzato una lettera al presidente di Regione, Attilio Fontana, in cui chiedono un’estensione dei tamponi ai soggetti asintomatici ed ai sanitari. Il Molise, secondo le linee guida, eseguirà tamponi ai sanitari che hanno avuto contatti con positivi e ai sintomatici. Precisa invece la sua posizione il governatore del Veneto Luca Zaia: «Non ho mai detto che facciamo tamponi a tutti, ho detto che li faremo secondo criteri epidemiologici partendo dagli addetti alla sanità».

Uso più esteso del tampone in Sicilia, dove sarà effettuato anche ai familiari delle persone rientrate nell’isola, circa 35mila. Il Piemonte annuncia un potenziamo dei laboratori per fare più tamponi ed un aumento degli esami per i sanitari. A Bologna, invece, si sperimenta il tampone eseguito direttamente a bordo della propria auto, ‘drive-thrù, più veloce e più sicuro per gli operatori. E proprio ieri il governatore Stefano Bonaccini aveva annunciato un aumento dei tamponi anche sulle persone asintomatiche, partendo da chi combatte il virus in prima linea.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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