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Mai così pochi contagiati in Italia, da giovedì le “pagelle” alle Regioni

Di Luca Laviola |

ROMA – A una settimana dall’allentamento del lockdown e in vista delle “pagelle” alle regioni che determineranno le ulteriori riaperture della Fase 2, l’Italia registra i dati migliori da due mesi quanto a nuovi contagi da coronavirus e vittime. I numeri scontano il calo dei tamponi nel fine settimana, ma restano comunque incoraggianti. I morti sono 165 in un giorno, il dato più basso dal 9 marzo – giornata di “chiusura” del Paese – i nuovi casi appena 802, mai così pochi dal 6 marzo, prima del lockdown. Da giovedì il ministero della Salute renderà pubblici i dati delle Regioni: Lombardia e Piemonte restano osservate speciali e assieme assommano quasi il 50% dei contagiati nelle ultime 24 ore.

Oggi il Comitato tecnico scientifico (Cts) si è riunito come di consueto, ma secondo un membro contattato dall’ANSA non sarebbero stati esaminati i numeri dei primi giorni di Fase 2, ancora sommari. Entro giovedì però si valuteranno per ogni regione numero di contagiati quotidiani, R con 0 (indice di contagiosità, sceso in Italia sotto la soglia di allarme di 1) e posti di terapia intensiva occupati, tra gli altri parametri. Giovedì saranno passati 10 giorni dal 4 maggio, avvio delle prime riaperture e del ritorno a una parziale libertà dei cittadini. Un lasso di tempo già sufficiente per stimare i nuovi casi positivi, tenendo conto dell’incubazione media del Covid-19.

I dati di oggi della Protezione civile – con 51.678 tamponi fatti, in netto calo rispetto ai 69.171 del giorno precedente – registrano un rapporto tra test e casi individuati all’1,6% (un malato ogni 64,4 tamponi). Da ricordare sempre che almeno il 40% dei test sono ripetuti su uno stesso caso, ma la percentuale resta comunque la più bassa di sempre, pari a quella di sabato. Gli 802 nuovi casi – il livello minimo dal 9 marzo – portano il totale a 218.268. Di questi 802 se ne registrano 282 in Lombardia – oltre il 35%, ma aumento minimo dal 3 marzo – e 116 in Piemonte; assieme le due regioni arrivano quasi al 50%. Le vittime ufficiali del coronavirus in Italia sono arrivate alla cifra, inimmaginabile due mesi e mezzo fa, di 30.560, ma il tributo giornaliero di morti della malattia scende a 165, il più basso da oltre due mesi (sempre tenendo conto del calo dei tamponi). Ancora una volta sotto la soglia dei 200, i deceduti sono come previsto dagli esperti il dato che è più difficile veder scendere. Cinque regioni – Sicilia, Umbria, Valle d’Aosta, Basilicata e Molise – e la Provincia autonoma di Bolzano non fanno registrare vittime nelle ultime 24 ore. In Lombardia ve ne sono state 62, ancora in calo, e in Piemonte 36. Più indietro, tra le quattro regioni più colpite dalla pandemia, l’Emilia Romagna con 18 morti e il Veneto con 14. Tutte le altre hanno incrementi a una sola cifra.

Da tenere d’occhio il dato delle terapie intensive, che secondo il ministero della Salute non dovranno avere più del 30 per cento dei letti occupati da pazienti Covid; in caso contrario scatterà l’allarme nella regione. Il calo dei ricoveri, giunto al 28/esimo giorno di fila, è oggi di soli 7 unità (134 il giorno precedente), mentre in Lombardia, dopo una flessione di 70 sabato, i pazienti più gravi sono tornati a salire di 18.

Con questi numeri il Paese si avvia alle prime “pagelle” alle Regioni, con le conseguenti decisioni per il calendario delle riaperture differenziate di attività produttive dal 18 maggio. Cresce l’attesa per sapere se la ripartenza col freno a mano dal 4 maggio ha riportato su la curva dei contagi e in che misura. Anche perchè molte regioni scalpitano per riaprire. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA