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Onofrio, Salvatore, Antonino, Angela, Vito, quel futuro negato nella strage di Bologna

Di Carmen Greco |

BOLOGNA – Ricorre oggi il il 40° anniversario della strage del 2 ago 1980 alla stazione ferroviaria di Bologna nella quale morirono 85 persone e più di 200 restarono ferite. 

La verità su quel 2 agosto di sangue si avvicina sempre di più: sono stati individuati e condannati gli esecutori materiali, gli eversori di destra dei Nar, c’è ancora un processo in corso in primo grado e la procura generale di Bologna ha aperto una nuova inchiesta sui 4 mandanti che fanno riferimento alla loggia massonica P2, ai servizi segreti deviati e alcuni apparati dello Stato.

In questa ricerca della verità un ruolo importantissimo ce l’ha l’”Associazione parenti delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980″ che non ha mai smesso di sollecitare Governo e istituzioni promuovendo anche un incessante “lavoro della memoria” su quelle vite interrotte dalla deflagrazione nella sala d’aspetto dello scalo ferroviario. 

Le biografie delle vittime sono state ricostruite dalla studentessa Catherine Sophia Hernandez – del Vassar College di Poughkeepsie, NY (USA) – Class of 2019 Italian Major, nell’ambito di un programma di scambio E.C.Co. (Eastern College Consortium) di Bologna, supervisionato dalla prof. Simona Bondavalli. 

Ecco le storie delle vittime siciliane.

Onofrio Zappalà

Onofrio, 27 anni, era nato a Santa Teresa di Riva, in provincia di Messina e aveva due sorelle. Finito il liceo classico, si era iscritto alla facoltà di lettere, ma aveva lasciato al secondo anno per cercarsi un lavoro. Si era innamorato di Ingeborg, una maestra danese di 22 anni, conosciuta un’estate al mare a Sant’Alessio siculo dove Onofrio risiedeva con i genitori. L’aveva raggiunta a Copenaghen dove pensava di stabilirsi, ma venne chiamato in Italia perchè assunto alle Ferrovie dello Stato. Il 2 agosto era in stazione a Bologna con due colleghi ed aspettavano un treno per lo scalo di San Donato. I colleghi decisero di uscire, mentre Onofrio rimase sul marciapiede del primo binario dove lo scoppio lo uccise. Il 3 agosto Onofrio avrebbe dovuto incontrare Ingeborg a Bologna.

Salvatore Seminara

Salvatore, 34 anni, era originario di Gravina di Catania, aveva un fratello e una sorella. Era perito elettrotecnico e da 9 anni lavorava come operaio specializzato nella sede di Bologna della ditta Stracuzzi, specializzata in apparecchiature elettriche per la segnalazione ferroviaria. Divideva l’alloggio con Antonino di Paola, un collega di Palermo. Il 2 agosto i due erano in stazione per aspettare il fratello di Salvatore che stava facendo il servizio militare e voleva trascorre due giorni di licenza a Bologna. Il suo treno che doveva arrivare alle 10.15 era in ritardo e così Antonino e Salvatore entrarono nella sala d’aspetto di seconda classe. La bomba li uccise entrambi.

Antonino Di Paola

Antonino, 32 anni, era di Palermo, aveva due sorelle ed un fratello, amava trasmettere alla radio e da 14 anni lavorava per la ditta Stracuzzi, specializzata in apparecchiature elettriche per la segnalazione ferroviaria. Aveva lavorato in diverse città: Palermo, Messina Caltanissetta, Monfalcone e Trieste. Nel gennaio 1980 era stato trasferito a Bologna dove aveva preso una stanza in affitto assieme al collega Salvatore Seminara, catanese di 34 anni. Il 9 agosto sarebbe tornato a casa per le ferie. Il 2 agosto era in stazione con Salvatore per aspettare il fratello di quest’ultimo che stava facendo il servizio militare e voleva trascorre due giorni di licenza a Bologna. Il suo treno doveva arrivare alle 10.15, ma era in ritardo e così Antonino e Salvatore entrarono nella sala d’aspetto di seconda classe. La bomba li uccise entrambi.

Vittorio Vaccaro

Vittorio, 24 anni, operaio ceramista, era nato a Palermo e viveva a Casalgrande, Reggio Emilia, con la moglie che aveva conosciuto a Rimini e una figlia di 4 anni. Il 2 agosto era partito in auto con la madre Eleonora verso la stazione di Bologna dove dovevano andare ad accogliere una zia proveniente dalla Sicilia. Lo scoppio della bomba li ha uccisi entrambi.

Eleonora Geraci in Vaccaro

Eleonora, 46 anni, era di origini palermitane e il 2 agosto era partita in auto con il figlio Vittorio di 24 anni che viveva a Casalgrande, Reggio Emilia. Dovevano recarsi alla stazione di Bologna per accogliere sua sorella proveniente dalla Sicilia. Lo scoppio della bomba li ha uccisi entrambi.

Leo Luca Marino

Leo Luca, 24 anni, originario di Altofonte in provincia di Palermo, proveniva da una famiglia formata dai genitori e da otto figli. Dal 1975 viveva a Ravenna dove lavorava come muratore e dove aveva conosciuto Antonella Ceci che divenne la sua fidanzata. Il 2 agosto i due ragazzi erano in stazione per attendere Angela e Domenica, le sorelle di Leo Luca con le quali sarebbero tornati a Ravenna per un breve periodo di vacanza. Il treno su cui dovevano salire era stato posticipato alle 11 e per questo si trovavano in stazione al momento dello scoppio. Leo Luca, Angela, Antonella e Domenica furono ritrovati morti sotto le macerie.

Domenica Marino

Domenica, 26 anni, lavorava come collaboratrice famigliare ad Altofonte in provincia di Palermo ed aveva sette fratelli. Il 2 agosto era arrivata a Bologna con la sorella Angela: in stazione ad aspettarle c’erano il fratello Leo Luca e la sua fidanzata Antonella Ceci. I quattro sarebbero partiti per un breve periodo di vacanza a Ravenna, città di provenienza di Antonella dove Leo Luca risiedeva. Il treno su cui dovevano salire era stato posticipato alle 11 e per questo si trovavano in stazione al momento dello scoppio. Domenica, Angela, Antonella e Leo Luca furono ritrovati morti sotto le macerie.

Angela Marino

Angela, 23 anni, lavorava nello studio di un dentista ad Altofonte in provincia di Palermo ed aveva sette fratelli. Il 2 agosto era arrivata a Bologna con la sorella Domenica: in stazione ad aspettarle c’erano il fratello Leo Luca e la sua fidanzata Antonella Ceci. I quattro sarebbero partiti per un breve periodo di vacanza a Ravenna, città di provenienza di Antonella dove Leo Luca risiedeva. Il treno su cui dovevano salire era stato posticipato alle 11 e per questo si trovavano in stazione al momento dello scoppio. Angela, Antonella, Domenica e Leo Luca furono ritrovati morti sotto le macerie.

Vito Ales

Vito, 20 anni, viveva a Piana degli Albanesi, in provincia di Palermo, aveva un diploma come operaio specializzato ed era in attesa di trovare un posto di lavoro stabile. Quel 2 agosto stava andando a Cervia, sulla riviera romagnola, dove come nelle estati precedenti avrebbe lavorato in una pensione. Aveva perso la coincidenza per la città romagnola perchè il convoglio sul quale viaggiava dalla Sicilia era giunto a Bologna in ritardo e quindi alle 10,25 stava aspettando il treno successivo camminando sul marciapiede del primo binario dove fu ucciso dall’esplosione.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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