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Scuola, l’allarme dei presidi: «Sarà difficile aprire il 14 settembre»

Di Redazione |

ROMA – «Tutto il personale scolastico è fortemente impegnato per la riapertura delle scuole, prevista per il prossimo 14 settembre. È evidente, però, che per riaprire in sicurezza è necessario che alcuni problemi vengano risolti. A quanto sappiamo, la consegna dei banchi monoposto, gli unici in grado di garantire il distanziamento, è in grave ritardo. Altre due criticità importanti sono quelle delle aule, perché gli enti locali non le hanno reperite ovunque, e l’assegnazione piena dell’organico, ovvero dei docenti da assumere per assicurare il servizio». A lanciare l’allarme il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli.

«Se queste difficoltà non troveranno immediata soluzione, – conclude -è oggettivamente difficile pensare che il termine del 14 settembre sia rispettato ovunque: è opportuno dunque valutare, sulla base di accordi tra enti locali e consigli di istituto, la possibilità di ragionevoli differenziazioni locali».

Ma come ha detto la ministra Azzolina, il rischio zero non esiste, «anche a scuola», e per il rientro in classe in sicurezza «il paese è mobilitato e Parlamento e Governo lavorano da mesi». Solo per la ripartenza di settembre – ha detto ieri l’esponente siciliano del governo – sono stati stanziati oltre 2,9 miliardi, «nessun altro paese europeo ha messo tante risorse» e se si considerano i fondi mobilitati da quando ha giurato come ministra, a gennaio, la cifra sale a circa 7 miliardi, «è un segnale inequivocabile: la stagione dei tagli è stata archiviata».

Ma i nodi irrisolti in vista del 14 settembre non mancano. La Flc Cgil denuncia che sono arrivati alle scuole finora solo 100 mila banchi sui 2,4 milioni che sono stati ordinati; che ad oggi le immissioni in ruolo sono poco più di 22 mila su un contingente di 85 mila, meno del 30% dunque di quanto autorizzato, mentre le richieste per la call veloce superano di poco le 2mila unità. E il numero delle supplenze per quest’anno «forse non arriverà a 250 mila come sostiene Azzolina, ma di sicuro raggiungerà l’altrettanto spaventosa cifra di 200 mila unità».

La Gilda invece denuncia che a causa delle mancanze del ministero dell’Istruzione, i docenti immessi in ruolo in questi primi giorni di settembre dovranno aspettare l’anno scolastico 2021/22 per prendere servizio. Il vicepresidente della Commissione Cultura del Senato Francesco Verducci sostiene che mancano 80mila titolari di cattedre sul sostegno e serve una riforma strutturale del reclutamento. 

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