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Scuola, suona la campanella tra (tante) incognite e (poche) certezze

Di Simona Tagliaventi |

ROMA – Ancora poche ore e in dodici regioni tra cui la Sicilia 5,6 milioni di studenti (su 8,3 totali) torneranno a sentire il suono della campanella che sancirà l’inizio dell’anno scolastico più difficile perché banco di prova per l’emergenza coronavirus. Lo sa bene il premier Giuseppe Conte che senza giri di parole, in una diretta Facebook, ha riconosciuto che «ci saranno difficoltà, disagi, soprattutto all’inizio».

La cerimonia ufficiale di inaugurazione del nuovo anno si terrà a Vò, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e della Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina.

Sarà una scuola diversa quella del 2020-2021, che si è cercato di rendere più sicura, anzi, come ha detto nei giorni scorsi la ministra Azzolina, «è il posto più sicuro di tutti in questo momento». Affermazione che Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts) ha fatto sua – «la scuola non è un pericolo, forse è l’ambiente più protetto» – assicurando che le mascherine «saranno disponibili a scuola tutti i giorni, sono sicuro che nei prossimi giorni la distribuzione sarà capillare e sarà garantita. Ci saranno per tutto l’anno scolastico, il commissario Arcuri lo ha garantito».

Inizio d’anno a tante incognite dunque che vede sommarsi «alle carenze strutturali che ci trasciniamo da anni – ha detto Conte – l’attuale pandemia». Dalla carenza di organico di personale docente e non a quella di spazi spesso insufficienti per garantire il distanziamento, dalla paura del reperimento quotidiano di mascherine alla gestione delle quarantene, dagli orari ridotti alla mancanza dei banchi monoposto, le scuole hanno dovuto fare un vero sudoku per riaprire i loro spazi garantendo il diritto all’istruzione senza far venire meno la sicurezza sanitaria. D’altronde «non sarà come prima», aveva detto ieri la stessa Azzolina, «ci vuole un po’ di pazienza». 

Viste le difficoltà, il premier ha voluto dedicare «un saluto agli insegnanti: avete fatto uno sforzo straordinario in questi mesi di lockdown continuando a fare lezione con la didattica a distanza. Ringrazio anche le famiglie che hanno fatto molti sacrifici. Grazie anche ai dirigenti e tutto il personale della scuola: in questi mesi estivi avete lavorato tantissimo per essere pronti per la riapertura. Saremo con tutti voi, saremo al vostro fianco e continueremo a esserlo nei prossimi giorni e mesi».

Critico il leader della Lega Matteo Salvini che vuole mandare a casa la ministra: «Non accompagnerò i miei figli a scuola perché sono lontano per lavoro. Però ci sono milioni di famiglie che, per colpa di un Governo che ha perso mesi di tempo, non accompagneranno nessuno a scuola. Mancano 60mila insegnanti, mancano 20mila aule, mancano i bidelli, mancano le mense».

Intanto dal Ministero arrivano i dati: quest’anno gli studenti delle scuole statali saranno distribuiti in 369.048 classi. Di questi, 876.232 sono iscritti alla Scuola dell’infanzia, 2.384.026 alla Primaria, 1.612.116 alla Secondaria di primo grado, 2.635.110 alla Secondaria di secondo grado. Sempre nella scuola statale, gli studenti con disabilità aumentano dai 259.757 di un anno fa ai 268.671 di quest’anno. Di questi, 19.907 frequenteranno la Scuola dell’infanzia, 100.434 la Primaria, 70.431 la Secondaria di primo grado, 77.899 la Secondaria di secondo grado. Nelle Secondarie di II grado statali, 1.327.443 i ragazzi frequenteranno un indirizzo liceale, 830.860 un Istituto tecnico, 476.807 un Istituto professionale.

Al di là dei numeri, da premier e da padre Conte (ha detto che accompagnerà il figlio a scuola) lancia l’ultima raccomandazione: «Tutelate la vostra salute e la salute delle persone che amate e che vi amano». 

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